Jesi-Fabriano

Jesi, il teatro Pergolesi in corsa per entrare nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco

Protocollo di intesa tra la Regione Marche e i Comuni interessati, ai fini della presentazione della candidatura dei “Teatri storici delle Marche”

Immagine di repertorio (Il teatro Pergolesi di Jesi illuminato di blu)

JESI – Il Teatro Pergolesi nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco, il Comune ci prova. Siglato il protocollo d’intesa con la Regione Marche ai fini della presentazione della candidatura dei “Teatri storici delle Marche”.

I “Teatri Storici delle Marche”, spiega la Regione, «costituiscono un insieme unitario, un fenomeno pressoché unico per il loro numero e l’uniformità di diffusione in relazione ad un contesto territoriale circoscritto, oltre che per i caratteri architettonici dei singoli edifici che lo compongono come “sito seriale” anche per la sinergia che essi instaurano con i centri storici dei quali si pongono spesso come fulcro vitale. Frutto di una tradizione culturale che si è evoluta nei secoli, i teatri mantengono tuttora invariate le fondamentali peculiarità costruttive, decorative e d’uso, pur attraverso gli interventi conservativi e le manutenzioni apportati per gli adeguamenti normativi ed anche come necessaria conseguenza agli eventi tellurici».

Lo scorso 15 novembre, la candidatura dei teatri storici della regione Marche è stata inserita all’interno della Tentative List o Lista propositiva che costituisce l’elenco dei siti che, in attuazione della Convenzione del Patrimonio Mondiale, ogni Stato membro è tenuto a presentare al Centro del Patrimonio Mondiale per segnalare i beni che intende
iscrivere nell’arco dei successivi 5-10 anni. L’iscrizione di un sito della Lista propositiva da almeno un anno rappresenta una condizione necessaria per l’avvio del procedimento di candidatura del sito stesso. E Jesi risponde presente.

Il teatro Pergolesi venne inaugurato nel carnevale del 1798, ma non alla presenza dei nobili finanziatori quanto del popolo e dei giacobini, che nel frattempo avevano invaso la città in seguito alla vittoria napoleonica e al trattato di Campoformio. Nel corso dell’Ottocento numerosi furono gli interventi a cui fu sottoposto: dalla sistemazione della piazza antistante, verso il 1828, ai lavori di ampliamento, tra il 1834 e il 1837 (anni in cui il Concordia rimase chiuso), sino all’installazione nel 1839 dell’orologio monumentale sulla facciata, finanziato dal principe Beauharnais in seguito alla calorosa accoglienza ricevuta l’anno prima durante la sua visita a Jesi. Nel 1850 venne realizzato dal pittore jesino Luigi Mancini il sipario storico (restaurato nel 1995), in cui fu raffigurato con tipico gusto romantico l’ingresso di Federico II a Jesi, dove il grande imperatore svevo era nato nel 1194 e che egli amava chiamare “la mia Betlemme”.
In realtà questo ritorno alla città natale – che la leggenda data al 1220 – pare non sia mai avvenuto. Nel 1883 il teatro acquisì la denominazione definitiva di “Giovanni Battista Pergolesi”, in omaggio al celebre compositore nato nella stessa Jesi

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