Jesi-Fabriano

Staffolo, riferimento regionale per la memoria delle vittime del terrorismo: arrivano i fondi

Staffolo riconosciuta come capitale della memoria delle vittime del terrorismo, del dovere e della mafia: dopo la legge in arrivo i fondi

STAFFOLO – Nel trentennale della Strage di via D’Amelio in cui persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e la sua scorta, il 19 luglio, la Regione Marche ha dato ufficialmente la delibera alla variazione del bilancio finanziario gestionale 2022-2024 in attuazione della Legge regionale 19 maggio 2022 n.12 sugli “Interventi a sostegno delle vittime del dovere e del terrorismo e il Comune di Staffolo come riferimento regionale per la memoria delle vittime del terrorismo”. Un passo avanti storico quello compiuto dalla Regione Marche con la delibera firmata dal presidente Francesco Acquaroli che segue l’approvazione all’unanimità della legge sugli interventi a sostegno delle vittime del dovere e del terrorismo del 19 maggio. Con questa delibera infatti vengono sbloccati ufficialmente i finanziamenti per le famiglie delle vittime e per il Comune di Staffolo, che potrà beneficiare di 20.000 euro per le iniziative della memoria.

Proprio Staffolo, primo piccolo ma coraggioso Comune d’Italia ad aver realizzato il “Muro della memoria” monumento che cristallizza i nomi delle 381 vittime delle stragi e del terrorismo insieme all’opera scultorea “Io ricordo” realizzata dagli studenti dal Liceo artistico “Mannucci” di Jesi dedicata alla strage di via Fani. Il monumento, inaugurato il 18 settembre 2021, oggi è visitato da tantissime persone che arrivano a Staffolo per visitare questo luogo un po’ come accade ai siti italiani teatro delle stragi. «Un turismo consapevole che vuol riflettere sul nostro passato, sulle pagine della storia contemporanea che spesso vengono dimenticate, siamo fieri di aver fatto questo e di lasciare questa opera a chi verrà», il commento del sindaco Sauro Ragni. Ma Staffolo come centro regionale per la memoria anche perché lì, nel piccolo comune dell’entroterra è nato Domenico Ricci, l’appuntato dei Carabinieri, morto nella strage di via Fani del 1978 per difendere il presidente della Dc Aldo Moro dall’attacco delle Brigate Rosse. Il suo nome compare tra quelli delle vittime, la sua storia di dedizione allo Stato e al giuramento all’Arma, sono scolpite nella memoria dei suoi familiari che vivono proprio a Staffolo e che alimentano il ricordo attraverso l’associazione “Domenico Ricci”.

«Gli atti terroristici colpiscono il cuore dello Stato e lo Stato siamo noi tutti – dice ancora il sindaco di Staffolo Sauro Ragni – abbiamo fortemente voluto, insieme alla famiglia di Domenico Ricci, un monumento che restasse a testimonianza del sacrificio, dell’amore per la Patria e del senso del dovere. C’è voluto coraggio da parte nostra, ma andava fatto. Per questo abbiamo fedelmente riportato tutti i nomi tratti dal libro della Presidenza della Repubblica cui c’è un rimando attraverso il QR code posto accanto a ogni nome, per conoscere la sua storia e la data dell’attentato. Un modo per dialogare anche in futuro con i giovani, cui questo monumento è dedicato».

«Faccio parte del tavolo tecnico al Miur come Associazione Domenico Ricci per mantenere vivo il ricordo della strage di via Fani in cui perse la vita mio padre – ci racconta Giovanni Ricci, uno dei due figli dell’appuntato eroe insignito della medaglia d’oro al valor civile alla memoria il 16 febbraio 1979 – vorrei fare in modo che nelle scuole i programmi ministeriali includano la storia contemporanea, di cui altrimenti si rischia di perdere memoria, una memoria importante. La memoria, a mio avviso, è conoscenza dei fatti per poter dare una visione analitica della storia, dunque è necessaria. Con l’Associazione, con il Comune di Staffolo e l’associazione nazionale Carabinieri di Staffolo-San Paolo che è stata intitolata alla memoria di mio padre stiamo facendo tanto, ma c’è ancora molto da fare. Il monumento è stato una cosa grandissima, per il quale debbo ringraziare davvero tutti; dal sindaco come primo cittadino ma anche come ex carabiniere per il suo impegno, alla Regione Marche che ha portato avanti le istanze del sindaco Sauro Ragni, all’ex presidente della Provincia Luigi Cerioni e il presidente dell’assemblea legislativa delle Marche Dino Latini… è stato un lavoro d’insieme nel segno della memoria, come fiamma che deve ardere nel cuore dei ragazzi e delle giovani generazioni per non dimenticare mai».

«Lo rifarei sempre con la stessa convinzione – rimarca Sauro Ragni – e sono fiero che la Regione Marche ci sostenga anche con un contributo. Finora abbiamo investito noi per le iniziative, ora questo contributo ci permette di fare un salto di qualità per quanto riguarda i relatori e gli eventi. Per il prossimo appuntamento con le celebrazioni della memoria legate all’appuntato Domenico Ricci, il 17 settembre, stiamo lavorando anche per trovare un reperto delle stragi di mafia che sia emblematico e di forte impatto visivo».

«Le Marche dimostrano ancora una volta una grande sensibilità con un impegno concreto per ricordare tutte le occasioni in un Paese che purtroppo, ha la memoria corta – conclude Giovanni Ricci – a maggior ragione è importante dimostrare che non si dimentica nessuno».

L’inaugurazione del monumento alla memoria con Giovanni Ricci (a sinistra) e al centro il sindaco Sauro Ragni con le autorià

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