Jesi-Fabriano

Bacci bis, si parte

Prima seduta del nuovo Consiglio comunale, Daniele Massaccesi, confermato, e Emanuela Marguccio sono eletti presidente e vice. Poi giuramento e discorso d'insediamento del sindaco al secondo mandato, che attacca la Fondazione Carisj e si commuove citando la famiglia

Massimo Bacci durante il suo giuramento per il secondo mandato accanto al presidente del consiglio comunale Daniele Massaccesi
Massimo Bacci durante il suo giuramento per il secondo mandato accanto al presidente del consiglio comunale Daniele Massaccesi

JESI – Cita l’esempio francese e il sindaco di Parma, Pizzarotti. Adriano Olivetti e, con preoccupazione, il Rapporto sulle Marche di Banca d’Italia. Così Massimo Bacci nel suo discorso di insediamento per il secondo mandato da sindaco di Jesi, davanti al nuovo Consiglio uscito dalle urne dell’11 giugno scorso e che elegge presidente e vice Daniele Massaccesi di Jesiamo (una conferma) e Emanuela Marguccio del Pd. Il voto è segreto, la prima volta occorrono i due terzi dei voti (17) e poi la maggioranza semplice. Massaccesi ce la fa subito con 17 a favore e 8 bianche: agli immaginabili voti della maggioranza (15 più il sindaco) si può aggiungere Silvia Gregori, che fa debuttare la Lega Nord in Consiglio e esprime il suo appoggio. Per Marguccio, proposta dal collega di partito Andrea Binci e appoggiata da Samuele Animali di Jesi in Comune, serve il secondo scrutinio (15 a favore, 9 astenuti, una nulla).

Il primo in assoluto a prendere la parola in aula è però il consigliere aggiunto straniero Kazi Fokhrul Islam che dice: «Rappresento gli oltre 4 mila stranieri di una città dalla grande tradizione di accoglienza». Poi, dopo il giuramento, tocca a Bacci: «Sfiorare il 60% dei consensi al primo turno era inimmaginabile anche per il più inguaribile degli ottimisti. Un risultato chiaro, netto, inequivocabile. La scelta di una continuità rispetto a quel cambiamento avviato nel 2012 che è stato compreso e condiviso da una larghissima maggioranza di coloro che si sono recati ai seggi».

Panorama della nuova maggioranza consiliare

Dice il sindaco riferendosi all’astensionismo delle ultime elezioni: «La scelta sciagurata di votare l’11 giugno fatta esclusivamente per tornaconto di un partito e del suo congresso nazionale è una ulteriore dimostrazione dell’incapacità dei partiti di restare a contatto coi cittadini. A livello locale, e non solo a Jesi, c’è un civismo che ha saputo farsi breccia. Se davvero i partiti non riusciranno a breve a rinnovarsi profondamente, la strada sarà quella della Francia, laddove si uniscono diverse anime che hanno a cuore la Comunità. Lo ha ricordato anche il sindaco di Parma Pizzarotti all’indomani della rielezione: unire le tante liste civiche locali per un grande progetto nazionale è una prospettiva interessante e certamente innovativa».

Gli scranni della minoranza nel nuovo Consiglio comunale

La paura è una economia in crisi. «Due i messaggi di Banca d’Italia sulle Marche: ormai assimilabili ad alcune lente Regioni “amministrative” del Sud più che alle vivaci Regioni “manifatturiere” del Nord e dove non è ancora suonato l’allarme disoccupazione ma a rischio emergenza. A cui va aggiunta la scomparsa della principale banca di riferimento del territorio». E dunque si torna alla Fondazione Carisj. «Nel sociale stiamo pagando a carissimo prezzo il drammatico vuoto creato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi: l’ente morale per eccellenza del territorio che ha dilapidato i propri fondi e la propria storia con scelte scellerate.

La Carisj rappresentava un punto di riferimento straordinario per il sociale, grazie alla capacità di erogare ogni anno diversi milioni di euro ad istituzioni ed associazioni. Oggi non è più in grado di svolgere quanto previsto dal proprio statuto. Ha praticamente perso la sua ragion d’essere. Un dramma nel dramma. Ecco perché ho voluto prevedere, nella nuova Giunta, un assessorato al volontariato ed al terzo settore per attingere risorse pubbliche e dare risposte strutturate». Quindi le risorse europee alle quali attingere, le sfide dello studio Jesi in Progress su infrastrutture, ex Sadam, turismo e innovazione, la citazione di Olivetti: «Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può diventare qualcosa di infinitamente più grande». E poi la commozione citando nel finale la famiglia, i figli e la moglie Isabella. Assente dai banchi della Giunta il nuovo assessore ai lavori pubblici Roberto Renzi. «Sta concludendo il mandato da presidente dell’Ordine degli ingegneri provinciale e non poteva non essere a Perugia» spiega Bacci.

Critico Osvaldo Pirani Pd: «Lo sbilanciamento delle deleghe che il sindaco ha tenuto per sé in Giunta conferma la sua visione autocratica del governo». Francesco Coltorti (Jesi in Comune) si presenta invece all’aula ricordando fra le altre la problematica della nuova torre di alloggi Erap prevista in via Tessitori.

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