Jesi-Fabriano

Senza le donne la Resistenza italiana non ci sarebbe stata

Con straordinaria lucidità e ironia Lidia Menapace ha raccontato la sua Resistenza alla Biblioteca di Moie. «Nessun Paese vince la guerra, tutti le perdono. Tutte»

MAIOLATI SPONTINI – Sulle note di “Oltre il ponte”, testo di Italo Calvino, ripresa dai Modena City Ramblers insieme a Moni Ovadia, ieri sera la Biblioteca eFFeMMe di Moie ha ospitato Lidia Menapace.

Una serata iniziata con Calvino perché con le sue parole inizia anche il libro “Io, partigiana. La mia resistenza”, l’ultimo della partigiana, ex senatrice della Repubblica, femminista militante, nota per le sue apparizioni, sempre sferzanti e pungenti, come ospite di trasmissioni di approfondimento politico. Classe 1924, ha saputo coinvolgere il pubblico con aneddoti e riflessioni tanto che sono state vendute tutte le copie del suo libro. «Nel libro mi rivolgo alle giovani e ai giovani con le stesse parole – ha detto l’ospite – metto prima le donne perché sono di più e perché non c’è bisogno di creare parole nuove, le donne basta nominarle altrimenti non esistono».

A proposito di donne, Menapace ha aggiunto: «Senza le donne la Resistenza italiana non ci sarebbe stata». L’autrice ha quindi ripercorso alcuni aspetti della sua vita, ha raccontato del padre internato militare italiano (Imi) catturato dai nazisti dopo l’8 settembre e mandato nei campi di concentramento, del periodo della scuola nei primi anni del fascismo, quando i compagni ebrei non andavano più a scuola da un giorno all’altro «come se avessero la scarlattina, non capivamo cosa significasse». Tante le domande dal pubblico, incentrate sull’attualità: «Dobbiamo cercare di modificare lo status quo, questo processo passa solo attraverso mutamenti irreversibili. Quel che non abbiamo ancora capito è che non esistono Paesi che vincono la guerra, le guerre le perdiamo tutti, sempre».

Ti potrebbero interessare