Jesi-Fabriano

Jesi scoperta Pura: meno plastica e acqua in tetrapack per il consumo nei locali del centro

Si parte con 20 mila brick che raffigurano le bellezze della città e forniscono info turistiche, seguiranno i bicchieri riutilizzabili. E sugli eccessi del fine settimana, tornano dal prossimo i vigilantes

Jesi scoperta pura, la conferenza stampa

JESI – Niente più bottiglie d’acqua da mezzo litro in plastica, nei 10 locali dell’associazione “Jesi città da vivere”: arriva, si parte con 20 mila brick, l’acqua in tetrapack di “Jesi scoperta Pura”, con l’immagine degli scorci più apprezzati della città (le mura, il Pergolesi, Palazzo Pianetti) e Qrcode per le info turistiche a riguardo. «Con queste ed altre iniziative, vogliamo contribuire concretamente a rendere Jesi una città sempre più vivibile, sempre più interessante nella sua offerta socio-culturale e sempre più attraente per il pubblico. L’obiettivo è creare una forte armonia tra territorio, i turisti e l’offerta degli operatori economici, e crescere tutti intorno ad un progetto condiviso» dice Marco Tombini, porta voce dell’associazione.

Seguiranno presto i bicchieri riutilizzabili dell’iniziativa “Baciami ma non lasciarmi (in giro)”, da riconsegnare al locale per consentirne il lavaggio, oppure acquistare e portare con sè per future consumazioni. Collaborano il Comune, presente l’assessora Cinzia Napolitano, e anche economicamente, Ata rifiuti. «La via prioritaria da seguire per garantire la sostenibilità ambientale dei sistemi di produzione e consumo – spiega Matteo Giantomassi di quest’ultima – è prevenire la produzione dei rifiuti e, in seconda battuta, favorire l’utilizzo di beni efficacemente recuperabili come nuove materie prime. A tale scopo, l’Ata sta ideando e promuovendo numerosi progetti di questo genere. Tra questi rientrano, a pieno titolo, “Bevi a rendere” e “Jesi scoperta pura”, iniziative che coniugano due finalità strategiche per il nostro Ente: sviluppo sostenibile e valorizzazione del territorio».

Il progetto “Jesi scoperta pura” vuole cambiare il modo in cui si beve fuori di casa, proponendo ai clienti l’acqua da portare con sé in brick totalmente riciclabili e composti per il 76% da materia prima di origine vegetale derivante da fonti etiche e responsabile; la piccola percentuale di plastica utilizzata nel brick è ottenuta dalla canna di zucchero, con una riduzione del 14% delle emissioni di CO2 per ciascuna confezione.

 Dice poi l’assessora Napolitano: «L’iniziativa ‘Bevi a rendere’ è stata pensata da Comune di Jesi e Ata rifiuti qualche anno fa per raggiungere l’obiettivo fondamentale di ridurre la produzione di rifiuti disincentivando l’utilizzo di prodotti usa e getta a favore di tutto ciò che è riutilizzabile, e si affianca ad altre iniziative come “Lavabile è sano” o le casette dell’acqua. Crediamo fermamente che sia la strada principale da percorrere, investiamo oggi per un guadagno ambientale maggiore per il futuro».

C’è spazio anche per toccare il tasto degli eccessi nelle notti del fine settimana in centro: dal prossimo, dopo un paio di week- end di stop, torneranno i vigilantes del progetto che ha visto Cna capofila e partecipare economicamente alcuni dei locali. Dice però Tombini: «Ha dei costi che, pur con nostra piena disponibilità a collaborare, non possiamo continuare a sostenere da soli. Certi episodi nulla hanno a che fare con le nostre attività e le danneggiano: sono questione di ordine pubblico, paghiamo il nostro 70% di tasse e pensiamo vada affrontata come tale. L’ultimo fine settimana in centro è stato uno dei più “scarichi” di presenze, il che mostra quanto poco si leghino certi eventi all’attività dei locali. Come associazione rispettiamo le regole: chiudiamo alle 2 anche se potremmo per le norme farlo più tardi ma rinunciamo ad un’ora di lavoro e di incassi convinti che sia meglio per tutti. Siamo i primi a non avere da guadagnare dal servire chi è ubriaco. A nostro avviso c’è una situazione sotto controllo, a parte episodi che vanno gestiti da chi di dovere».

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