Jesi-Fabriano

Scherma, è da Jesi che parte il 2023 delle Nazionali di fioretto. Il Ct Cerioni: «Sia l’anno del rientro della Russia»

Azzurri e azzurre radunati sulle pedane del palas di via Solazzi fino al 7 gennaio in vista del primo appuntamento di Coppa del Mondo a Parigi dal 13 al 15. In vista il via alle qualificazioni per le Olimpiadi 2024 e i Mondiali di luglio a Milano

Da sinistra Stefano Angelelli, Giovanna Trillini, Tommaso Marini, Maurizio Dellabella, Alice Volpi, Annalisa Coltorti, Stefano Cerioni, Samuele Animali

JESI – Era stato il preludio di una stagione trionfale un anno fa e allora ecco che, dodici mesi dopo, il “rituale” si ripete: dal 3 al 7 gennaio le Nazionali italiane di fioretto maschile e femminile, guidate dal Commissario tecnico jesino Stefano Cerioni, sono in raduno a Jesi, per allenarsi sulle pedane del palascherma “Magini” di via Solazzi. Ventisei fra atleti e atlete al lavoro in vista della prima tappa di Coppa del Mondo che li vedrà tutti, dal 13 al 15 gennaio a venire a Parigi. Città che è anche la sede del sogno 2024, le prossime Olimpiadi per le quali il percorso di qualificazione scatterà da aprile. «Siamo tornati a fare paura come volevamo ma non pensavamo di riuscirci così presto – dice Cerioni – nel tornare in azzurro sapevo però di tornare ad allenare una squadra di atleti molto forti».

Nello staff di Cerioni, le jesine Giovanna Trillini e Annalisa Coltorti, maestra e preparatrice atletica. “Volti” del ritiro azzurro Tommaso Marini e Alice Volpi, protagonisti come il fioretto azzurro di un grande 2022 e entrambi atleti di casa al Club Scherma Jesi, come pure Beatrice Monaco e Francesco Ingargiola che anche saranno a Parigi (come le altre marchigiane Elena Tangherlini, jesina, e Serena Rossini, anconetana).

Da sinistra Giovanna Trillini, Tommaso Marini, Maurizio Dellabella, Alice Volpi, Annalisa Coltorti, Stefano Cerioni

«Riempiono d’orgoglio avervi qui, ciò che avviene in questo palas – saluta le Nazionali l’assessore allo sport Samuele Animali – «e il fatto che presto avremo un nuovo palascherma, dopo un lungo lavoro portato avanti dalla precedente amministrazione, di cui abbiamo preso il testimone, e che oggi ha visto finalmente posata la prima pietra». Il presidente del Club Scherma Jesi Maurizio Dellabella evidenzia: «Fieri di questa abitudine che vede la Nazionale aprire qui l’anno, confidando funzioni come già nel 2022».

È Cerioni a tracciare la strada ma anche ad aprire la porta ad un tema. «Ci aspettano Coppa del Mondo, i Giochi Europei, i Mondiali che nel 2023 si svolgeranno a Milano e dovrà essere per noi una spinta, specie dal pubblico, e non un peso. Da aprile, fino a marzo dell’anno prossimo, le qualificazioni olimpiche per Parigi 2024. Importante arrivarci anche in una buona posizione, da primi. Noi dobbiamo lavorare per continuare a stare un pelo avanti o prima degli altri». Ma per il 2023 è anche un altro l’auspicio di Cerioni: «Spero nel rientro in gara della Russia, assurda la sua l’assenza. Lo sport dev’essere completamente separato dalla politica». Il Ct azzurro, commissario tecnico in Russia fra il 2012 e il 2021, argomenta: «Possiamo dare tutte le colpe che vogliamo alla Russia come Stato, a Putin o chi per lui per questa guerra insensata ma vedere atleti di 15, 16 anni dover stare a guardare perché messi fuori dalle competizioni come agli Europei, fa male. A Guadalajara, dove eravamo quando è iniziata la guerra, abbiamo visto persone smettere di indossare la tuta della Russia o quasi scusarsi, come se fosse colpa loro. Tanti non sono d’accordo con ciò che è accaduto, anche se non possono dirlo. Spero ci sia il modo di riammettere gli atleti russi, mi fa piacere che segnali inizino ad essercene».

Il toccasana Cerioni intanto ha riportato in corsa gli atleti azzurri. «Stefano ha dato una spinta particolare a tutto il gruppo, che deve confermarsi dopo aver dimostrato di essere il più forte» dice Giovanna Trillini. Per Annalisa Coltorti: «I ragazzi erano un po’ spenti, occorreva qualcosa di diverso e i risultati si sono visti subito».

Lo stesso per Volpi e Marini. Dice la prima: «Le Olimpiadi una bella batosta, l’arrivo di Cerioni mi ha giovato. Mi serviva chi mi “bastonasse” quando non va». E per Tommaso Marini: «Ho passato momenti difficile, volevo che la carica dell’arrivo di Stefano esplodesse subito e dopo le prime due gare andate male ho cominciato a pensare che forse tutto questo non faceva per me. Ma a Belgrado, nel giorno del mio compleanno, è cambiato tutto: fattori tecnici, il mio switch mentale e l’aver ritrovato il divertimento in pedana».

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