Jesi-Fabriano

Scavi archeologici di Piazza Colocci ricoperti a gennaio, poi si viaggerà in 3D

Interrare è necessario per salvaguardare le strutture murarie. «La copertura in vetro non elimina i rischi inerenti la conservazione e non coprirne almeno un "pezzo" non avrebbe senso» ha spiegato nell'aula del Consiglio comunale di Jesi, oggi 23 novembre, Maria Raffaella Ciuccarelli della Soprintendenza archeologica delle Marche

L'aula del Consiglio comunale mentre segue le spiegazioni relative agli scavi di Piazza Colocci

JESI – L’indagine archeologica sul sito medievale di Piazza Colocci è stata avviata a giugno di quest’anno ma il tempo stringe e presto tutto ritornerà a essere ricoperto.

Molto probabilmente, come ci ha detto l’assessore ai lavori pubblici e urbanistica, Roberto Renzi, non prima di gennaio del prossimo anno perché la Soprintendenza ha ancora del lavoro da fare in fatto di catalogazioni.

Quindi, ancora qualche settimana per poter vedere le antiche strutture a cielo aperto, sotto Palazzo della Signoria, poi si viaggerà in 3D, con un plastico destinato al museo archeologico e, volendo, anche con gli ologrammi.

Il Consiglio comunale di oggi, 23 novembre, si è occupato della questione con l’intervento in aula di Maria Raffaella Ciuccarelli, responsabile Area II del patrimonio archeologico Soprintendenza Marche, in sostanza il funzionario che in questi mesi è stato in linea diretta con il Comune, facendo da tramite con il responsabile, il soprintendente Carlo Birrozzi.

Maria Raffaella Ciuccarelli

«Occorre tutelare e conservare quanto emerso – ha spiegato Ciuccarelli – e questo, in pieno accordo con l’Amministrazione comunale, ci obbliga a richiudere con un intervento di copertura, comunque, reversibile. Sarà immessa ghiaia che andrà a colmare i vuoti tra le strutture le quali, a loro volta, saranno ricoperte da strati di geotessile e materiale drenante. Poi la griglia per il piano di calpestio e la ripavimentazione della piazza che non dovrà più essere parcheggio per evitare le vibrazioni provenienti dai veicoli».

Il “sogno” di mantenere tutto a vista è irrealizzabile in quanto «la copertura in vetro non garantisce l’assenza di muffe, polveri, condensa. E neanche uno “spicchio” avrebbe significato, visto che è nel complesso delle strutture che si può ammirare il tutto».

È stata, comunque, un‘esperienza importante «perché si è rivelato grande l’interesse suscitato dal cantiere di scavo visibile a tutti, trasparente, un esempio di archeologia pubblica che forniva una comunicazione immediata in corso d’opera» alla scoperta di questo quartiere medievale e dell’antico (1248) palazzo comunale.

Tanto che grande richiamo hanno avuto anche le visite guidate, la scorsa estate, insieme all’archeologo Alessandro Biagioni – presente in aula con il collega Matteo Tadolti che ha seguito da vicino tutta la campagna di scavi – con il numero finale di 800 visitatori. Che avrebbero potuto essere di più se non fossero stati contingentati per problemi di sicurezza.

Luca Bisbocci della “Perigeo Solution”, accanto al sindaco Massimo Bacci

In aula anche i rappresentanti e soci della ditta “Perigeo Solution” con l’amministratore Daniele Stronati, il geologo Enrico Spurio, la geometra Simona Guido, l’ingegnere Luca Bisbocci. Quest’ultimo ha spiegato tutto il complesso lavoro, tecnologicamente all’avanguardia, per il rilievo tridimensionale dello scavo, svolto in due distinti giorni, per poter poi arrivare alla ricostruzione in 3D. “Perigeo Solution”, tra l’altro, che ha espletato il proprio compito senza oneri per il Comune.

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