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Sassoferrato: il Comitato Monte Strega e l’impianto fotovoltaico, dubbi e perplessità

«Sì alle FER (Fonti di Energia Rinnovabile), se non devastano i territori e se danno benefici alla Collettività (CER, Comunità di Energia Rinnovabile a proprietà pubblica)», la posizione riassumibile da parte del Comitato

L'area potenzialmente interessata dal progetto

SASSOFERRATO – Grande partecipazione dei cittadini sassoferratesi all’Assemblea nella Sala Parrocchiale di Monterosso, convocata dal Comitato Monte Strega per illustrare i contenuti del Progetto per l’installazione di pannelli fotovoltaici a terra, “Sassoferrato 1” e “Sassoferrato 2” nell’area industriale sovracomunale di Monterosso Stazione. Progetto presentato alla Provincia di Ancona e al Comune di Sassoferrato. «Si alle FER (Fonti di Energia Rinnovabile), se non devastano i territori e se danno benefici alla Collettività (CER, Comunità di Energia Rinnovabile a proprietà pubblica)», la posizione riassumibile da parte del Comitato. Il Comitato “Monte Strega” ha inviato al Comune di Sassoferrato e alla Provincia di Ancona una richiesta di incontro, chiedendo anche, come soggetto di interesse pubblico, di essere coinvolto nella Conferenza dei servizi che si terrà a breve e che dovrà esprimere un proprio parere su tali impianti.

La posizione

Simone Biocco, uno dei portavoce del Comitato, ha evidenziato le caratteristiche dell’iniziativa della Società proponente “Solar Challenge 7 Srl”, non tralasciando una serie di altri aspetti di natura tecnica e di natura legale che saranno ulteriormente approfonditi. Ne è seguito un ampio dibattito, con proposte e valutazioni che hanno arricchito di contenuti le ipotesi operative e le azioni del Comitato. È già iniziata la raccolta delle firme che proseguirà nei prossimi giorni, con un numero già consistente di adesioni. È stata ribadita l’apertura del Comitato alla ricerca di energie alternative, «ma – è stato detto – ci sono altre possibilità che non siano l’invasiva occupazione di suolo con il fotovoltaico, che può essere ben collocato altrove e non aprire così una ferita gravissima che segnerebbe, per decenni, un territorio ad alta valenza ambientale e naturalistica, anche perché collocato in prossimità di produzioni agricole bio e a ridosso delle abitazioni». È stato richiamato l’art. 9 della Costituzione, uno dei più significativi secondo Salvatore Settis: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Come pure è stato richiamato l’impegno di molte generazioni che hanno consegnato una risorsa indispensabile per uno sviluppo non più industriale. «Il territorio – ha detto uno dei portavoce del Comitato – è un’opera d’arte: forse la più alta, la più corale che l’umanità abbia espresso nel tempo lungo della storia. E qualcuno venga a spiegarci perché dovremmo distruggerlo solo per un guadagno e una speculazione di pochi, lontani e insensibili ad ogni valore che non sia il vil denaro», hanno concluso dal Comitato.

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