Jesi-Fabriano

Il Santuario della Madonna del Sole e il mistero dei tre grandi prodigi

Una Madonna che tiene in grembo il sole raggiante, un santuario dalla pianta ottagonale alle porte di Belvedere Ostrense venerato dai fedeli e importante meta di pellegrinaggi religiosi. Alla scoperta della sua storia e dei suoi simboli

Una Madonna che tiene tra le braccia il sole raggiante, un santuario a pianta ottagonale protagonista di tre grandi prodigi. Il viaggio alla scoperta di “altri itinerari” ci porta tra i vigneti e le dolci colline nell’entroterra della provincia di Ancona, a poco più di un chilometro dal borgo di Belvedere Ostrense, dove si trova il Santuario della Madonna del Sole che da secoli è venerato dai fedeli e divenuto importante meta di pellegrinaggi religiosi.

La storia inizia in un tempo remoto: secondo gli storici sembra addirittura essere esistente già nel 1290 ma in un luogo diverso da quello attuale e per molto tempo fu custodito da alcuni eremiti e noto sotto il nome di Chiesa di Santa Maria della Valle. In esso il pittore Andrea di Bartolo nel 1471 dipinse sul muro l’immagine di Maria, sul petto della quale spicca un sole raggiante: da qui il titolo di Madonna del Sole. Una rappresentazione rara, forse unica, un potente simbolo che fin da subito attirò una folta e devota affluenza di fedeli richiamati dai miracoli e dalle numerose grazie attribuite proprio alla Vergine solare.

Nel 1656 si dovette ricorrere però alla costruzione di un nuovo tempio essendo il primo divenuto pericolante. Questo fu eretto nel luogo attuale, sotto la custodia dei Padri Riformati, ma solo dopo 10 anni, con una solenne festa, fu possibile la traslazione della sacra immagine: era, molto probabilmente la prima domenica di Maggio. Nel 1673 fu collocata nel campanile una piccola campana che in seguito diverrà protagonista di un miracolo e in meno di due anni, grazie alle offerte dei fedeli, venne edificato il tempio attuale di forma ottagonale che contiene l’immagine della Madonna del Sole, al lato destro un dipinto dedicato alla Presentazione di Maria, al lato sinistro un bellissimo crocifisso in legno; sulla parete a fianco dell’altare maggiora la campana del miracolo. Questo tempio fu inaugurato il 9 Settembre 1736. A coronamento il 17 Febbraio 1737 il comune di Belvedere Ostrense proclamò la Madonna del Sole patrona speciale del paese.

L’OTTAGONO SIMBOLO DELLA RESURREZIONE
Per il cristianesimo l’ottagono è molto importante: il numero 8 infatti è simbolo nello stesso tempo della resurrezione del Cristo e della promessa di resurrezione dell’uomo trasfigurato dalla grazia. Le fonti battesimali hanno spesso forma ottagonale alla base o si innalzano su una struttura rotonda con otto pilastri. Ritroviamo infatti l’8 dell’ottagono di Aquisgrana, di San Vitale a Ravenna, del Santo Sepolcro, della Gerusalemme Celeste ma anche i battisteri di Parma, Cremona, Firenze, Pistoia, Ascoli Piceno e i battisteri di Ravenna sono ottagoni, per non parlare di Castel Del Monte edificato da Federico II.

“…era giusto che l’aula del Sacro Battistero avesse otto lati, perché ai popoli venne concessa la vera salvezza quando, all’alba dell’ottavo giorno, Cristo risorse dalla morte.”

Sant’Ambrogio, IV secolo d.C.

La forma ottagonale è il simbolo quindi della resurrezione. L’ottagono evoca la vita eterna, che si raggiunge immergendo il neofita nelle fonti battesimali. Il numero 8 è universalmente il numero dell’equilibrio cosmico ed è il numero delle direzioni cardinali unite alle direzioni intermedie. L’uomo infine è otto nel suo scheletro con le otto articolazioni delle membra, articolazioni la cui importanza è primordiale, perché da esse proviene il seme maschile.

LA VERGINE E IL SOLE
Nell’iconografia cristiana siamo abituati a vedere la Madonna che tiene in braccio Gesù bambino, dipinta nelle versioni più disparate dove cambiano i paesaggi, le vesti, il colore della pelle (vedi la Madonna Nera di Loreto), la forma delle aureole e magari con il sole dietro o sopra la testa. Ma quella di Andrea di Bartolo è una rappresentazione rara: al posto di Gesù tiene in grembo il sole.

Il sole è attributo di Cristo e nel dipinto la Madonna con la mano destra fa il segno della Trinità e con la sinistra sembra toccarsi il grembo, come a comunicare che è stata già visitata dall’Arcangelo. Il colore bianco della veste fa pensare che l’autore abbia voluto sottolineare la sua innocente purezza (la tradizionale veste rossa e il manto blu lo ritroviamo quando ha il Bambino in braccio), la Vergine Annunciata in attesa del Cristo/Sole.

Un simbolo potente che si è manifestato ai fedeli anche nella storia recente della cristianità: basti pensare al Miracolo del Sole a Fatima promesso dalla Madonna apparsa ai pastorelli nel 1917 e il fenomeno del Sole pulsante a Medjugorie dove la Madonna tuttora sembra mantenere aperto un canale comunicativo costante con i veggenti. Nella frazione alle porte di Belvedere Ostrense la Madonna del Sole concesse lungo il corso dei secoli infinite grazie ai suoi devoti, ma la fama e la devozione della Sacra Immagine dovettero la loro origine a molti miracolosi eventi avvenuti nel Santuario; ne ricordiamo tre, che sono i più significativi e celebrati da tutti i pellegrini e gli storici del tempo.

Guarigione del cieco nato
Vi era in quelle vicinanze della Valle – scrive Teodoro Mei lo storico di Belvedere – un pastorello, privo a nativitate della luce degli occhi, il quale, come si può stimare, pascendo il gregge in compagnia di altri suoi pari per quella folta selva ed avvicinandosi al luogo dove era detta Sagra Immagine, mediante un gran splendore che in quell’istante gli si fece davanti, principiò con gran stupore ad alta voce gridare: “Vedo il Sole, Vedo il Sole” ed in così dire prodigiosamente quella Gran Vergine gli concesse il beneficio della luce e da quel tempo fino ai giorni nostri sempre è stata denominata la “Madonna del Sole”≫.

I tre miracoli raffigurati nell’affresco nel catino absidale sopra l’altare del Santuario

Il suono della campana
Siamo nei primi giorni del 1734: in un’ora insolita gli abitanti del luogo sentono all’improvviso il suono della campana. Pensando a qualche funzione straordinaria molti di essi si avviano verso la chiesa e lì giunti rimangono meravigliati nel trovare la porta chiusa e nessuno in chiesa. Credendo in un abbaglio ritornano alle loro occupazioni. Alcuni giorni dopo però il suono si ripeté e questo, a intermittenza, continuò per 11 mesi, attirando i fedeli e le stesse autorità religiose che confermarono il miracolo con atti pubblici. Il miracolo era evidente; e la fama del medesimo non tardò a spargersi anche nei paesi circonvicini. Incominciarono ad affluire devoti pellegrini i quali, ogni giorno crescevano sempre più di numero sia per essere spettatori del suono miracoloso e soprattutto per chiedere a Maria grazie e favori. E Maria, a tutti sorridendo benigna, dal suo trono di misericordia spandeva su tutti le sue celesti benedizioni; ora erano infermi che ricevevano la perduta sanità; ora attratti che riacquistavano l’uso delle membra perdute; ora derelitti e tribolati che ricevevano pace e ristoro; ora peccatori che ricevevano la grazia della conversione.

La guarigione di un Sordo-Muto
Se ne tornava in sul far della sera dal suo lavoro – scrive Giovanni Maria Feltrini nel volume “Il Santuario della Madonna del Sole” – e s’avviava verso casa un tal Piccini muratore da parecchio tempo privo del tutto dell’udito. Solo, malcontento, assorto da mesti pensieri pensando forse alla sua infermità, passava il detto muratore cogli istrumenti del lavoro in ispalla innanzi alla detta Chiesina, quando tutto ad un tratto un rumore insolito si fa sentire ne suoi orecchi, rumore che man mano si fa sentire più distinto. Non v’è dubbio: è il suono di una campana. Volge istintivamente gli occhi verso la Chiesina e, con sua grande meraviglia, vede che la piccola campana si agita e suona a distesa. A tale spettacolo il buon muratore rimane dapprima attonito, poi si ricorda di Maria, dell’Immagine prodigiosa e comprende il miracolo e la grazia ricevuta. Si prostra quindi in ginocchioni per terra, gli cadono dalle spalle gli strumenti del lavoro e, allargando le mani verso la Chiesa, cogli occhi ripieni di lacrime, scioglie la lingua in un inno di lode, di benedizione e di ringraziamento alla sua celeste Benefattrice≫.