Jesi-Fabriano

Jesi, Santa Lucia “scomposta” per la terapia intensiva. Di Francisca: «Grazie al cuore degli infermieri»

L'intervento della campionessa, presidente della Fondazione Vallesina Aiuta, per l'iniziativa benefica pensata da Davide Zannotti. Il dottor Bernacconi: «Abbiamo tutti avuto paura, ce l’abbiamo fatta perché ci siamo protetti l’un con l’altro. Jesi commovente»

La presentazione dell'iniziativa che ha "scomposto" la Pala di Santa Lucia con finalità benefiche

JESI – «Grazie a tutte le autorità, alle istituzioni, al dottor Bernacconi per avere gestito la situazione. Ma il mio grazie va soprattutto agli infermieri: hanno affrontato turni pesantissimi e gli incubi che si affacciavano nelle poche ore di sonno che riuscivano a strappare. Ma hanno continuato a lavorare sapendo di dover restare tranquilli. Grazie a loro e al loro cuore». Così la campionessa jesina Elisa Di Francisca, nelle vesti di presidente della Fondazione Vallesina Aiuta onlus, nel presentare, insieme all’ideatore Davide Zannotti, al primario del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi dottor Tonino Bernacconi e all’assessora alla salute Marialuisa Quaglieri, l’ultima iniziativa che consentirà alla Fondazione di raccogliere fondi da devolvere all’unità operativa del nosocomio di via Moro: la vendita delle 144 foto, realizzate dal professionista di fama internazionale Maurizio Galimberti, in cui è stata scomposta la “Pala di Santa Lucia” di Lorenzo Lotto custodita a Palazzo Pianetti.

Le 144 foto della scomposizione della Pala di Santa Lucia


È proprio il dottor Bernacconi a ricordare: «Abbiamo tutti avuto paura e se ce l’abbiamo fatta è perché ci siamo protetti l’uno con l’altro. Ci sono stati momenti brutti, in cui non sapevamo la sera se la mattina dopo ci sarebbero stati i dispositivi di protezione e io ho visto con grande tenerezza mamme di figli piccoli continuare a lavorare e darmi coraggio. Lo posso dire, Jesi ha dimostrato di avere qualcosa in più. È stato commovente quello che ha fatto per noi. Ora, dopo essere stati tanto tempo in prima linea, speriamo di tornare nella seconda che è quella che compete in un ospedale a un reparto come il nostro. E speriamo di riaprire presto all’umanità e alle famiglie, con nuovi progetti».

Davide Zannotti, titolare di Hemingway Cafè, ricorda la genesi dell’iniziativa: «È stato naturale all’inizio del lockdown pensare a qualcosa da fare ed ho allora coinvolto il mio amico Galimberti per un progetto benefico in favore della terapia intensiva del Carlo Urbani. Le foto saranno vendute on line in pezzi da 50, 70, 100 euro o più per chi vorrà. L’incasso sarà interamente devoluto al reparto del dottor Bernacconi. In seguito, immaginiamo per la Giornata del Contemporaneo, il mosaico sarà ricomposto in piazza e, per una settimana, in Pinacoteca».
Inoltre Zannotti ricorda la figura scomparsa nei mesi scorsi del marchese Filippo Ghislieri. «Era una sua idea costante quella di “scomporre” un’opera d’arte». Commenta Di Francisca: «Iniziativa meravigliosa, con l’idea di questo mosaico scomposto così come noi lo siamo stati in mezzo a tutto quanto accaduto».
Hanno collaborato Graziano Giacani e Cristian Brunori di Premiata Fonderia Creativa, Sauro Simonetti, Simone Neri e Michele Bastianelli di Digimark.

L’assessora Marialuisa Quaglieri evidenzia quanto è stato possibile fare tramite la Fondazione: «Sono state ricevute donazioni per oltre 129 mila euro (129.271,57) e sono stati spesi sin qui 95.496,60 euro: 30.500 per l’acquisto di un sistema tomografico a impedenza elettrica per il monitoraggio della funzionalità polmonare destinato al Carlo Urbani, 17.080 per dispositivi di protezione individuale agli operatori della Vallesina, 30 mila – vincolate da Apra e Fondazione Azimut- per acquisto, erogazione e consegna di buoni alimentari. E poi 2.874 per quindici tablet destinati alle strutture protette per anziani e 15.042,60 per 43 elettrocardiografi donati a medici di famiglia e presidi di guardia medica».

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