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Jesi, i guai del Carlo Urbani in audizione in Regione

Ascoltati in commissione Tribunale del Malato, organizzazioni sindacali dell’Area Vasta 2, Comitato di difesa dell’ospedale. Carenze di personale e taglio dei posti letto nel mirino

L'ospedale Carlo Urbani di Jesi
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JESI – «Evidenziate davanti alla commissione regionale le carenze d’organico e il taglio dei posti letto al Carlo Urbani. E abbiamo chiesto di sollecitare l’Asur per l’ampliamento del Pronto soccorso». Riferiscono così congiuntamente Tribunale del Malato di Jesi, organizzazioni sindacali e responsabili per la sicurezza sul lavoro dell’Area Vasta 2, Comitato di difesa dell’ospedale, dopo l’audizione che, richiesta lo scorso settembre, è stata loro concessa giovedì scorso 16 gennaio dalla Commissione sanità dell’Assemblea regionale.

«Argomento principe- dice il coordinatore del TdM, Pasquale Liguori- sono stati carenza degli organici e i tagli ai posti letto, 45 in meno non più ripristinati dopo il taglio attribuito ai piani ferie. I tagli lineari hanno prodotto una serie di problematiche a pazienti e operatori, in particolare al Pronto soccorso che non è in grado di trovare posto al paziente, trattenendolo o, a volte, dimettendolo. Alla Commissione abbiamo chiesto di sollecitare l’Asur per l’ampliamento del PS, per dare dignità e riservatezza ai pazienti».

Sottolineato come «al Cup talvolta due soli operatori devono fronteggiare una platea in attesa di anche cinquanta persone. Si aprano i CUP in farmacia e presso i medici di famiglia. Quanto alle liste di attesa, TdM e Comitato di difesa dell’ospedale insieme hanno smentito i toni trionfalistici della Regione in merito all’azzeramento, evidenziando in particolare le lunghe attese per interventi chirurgici».

Si è parlato poi del rinnovo tecnologico di molte apparecchiature. «Quelle della Urologia e dell’Otorino risalgono ad un ventennio fa e oggi non garantiscono più sicurezza e precisione della diagnosi. I sindacati hanno evidenziato poi le discriminazioni perpetrate dalla Regione nell’assegnazione dei budget annuali, come nel luglio dello scorso anno quando all’Area Vasta 2 sono stati tagliati 7 milioni di euro mentre all’Area Vasta 3 c’è stato un incrementato di 9 milioni. I sindacati hanno poi manifestato grande preoccupazione per la chiara tendenza della politica regionale di indirizzare la sanità verso il privato con conseguenze pesanti sulle tasche dei cittadini».

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