Jesi-Fabriano

Rugby Jesi, il grazie agli amici dello Sport Bonus. «Qui un loro segno per sempre»

Il meccanismo premia e incentiva, riconoscendo un’agevolazione fiscale sotto forma di un credito d’imposta del 65%, le erogazioni liberali in favore delle società sportive che investono sull’impiantistica

Una veduta dall'alto del rinnovato impianto per il rugby di Jesi

JESI – «Grazie a tutti gli amici che ci hanno sostenuti attraverso lo strumento dello Sport Bonus. Se oggi questo nostro impianto – con il secondo campo in sintetico, i nuovi spogliatoi, la Club House e tutto il resto- ci viene riconosciuto come una delle migliori realtà nazionali per il rugby, è anche merito loro. E un loro segno, qui, resterà per sempre». Parole di Luca Faccenda, presidente del Rugby Jesi ’70, indirizzate a imprenditori e imprese che hanno contribuito in questi anni a dare forma e sostanza al nuovo volto della casa della palla ovale jesina.

Luca Faccenda

Sono Giancarlo Bravi di Bravi Srl, Stefano Luzi di Teknowool Adriatico, i fratelli Marco e Massimiliano Zepponi di Zepponi Tours, Nello Nasoni – già giocatore di rugby nelle file del San Lorenzo- di Nasoni Costruzioni, Luciano Volpini di Esistampi, Paolo Luzi di L.F., Tindaro Ricciardello di Tierre Costruzioni e Giacomo Barchiesi di Sereco, i sostenitori e le realtà amiche del Rugby Jesi tramite lo Sport Bonus.

«Hanno dimostrato di credere nel nostro progetto e in noi, e deciso di aiutarci – spiega Faccenda – usufruendo, con lo Sport Bonus, di uno dei pochi provvedimenti dello Stato davvero ben fatti a sostegno dello sport. Il meccanismo premia e incentiva, riconoscendo un’agevolazione fiscale sotto forma di un credito d’imposta del 65%, tutte quelle erogazioni liberali in favore delle società sportive che investono sull’impiantistica sportiva, riqualificandola, migliorandola o realizzandone di nuova. Da un lato, una forma di stimolo importante per gli imprenditori. Dall’altro una spinta anche per le società sportive a sviluppare al proprio interno visione imprenditoriale e progettualità».

Lorenzo Cappuccini in azione al centro con la maglia del Rugby Jesi ’70

Dalla sua introduzione nel 2018 ad oggi, il Rugby Jesi ’70 ha fruito ogni anno del supporto garantito da tale strumento. «Contributi – ricorda Faccenda – che hanno sostenuto parte dello sforzo complessivo di circa un milione di euro affrontato dalla nostra società per il potenziamento dell’impianto: 430mila euro per il nuovo campo in sintetico, 80mila per l’illuminazione, 110mila per il rinnovo della Club House il “Terzo Tempo”, 230mila per i nuovi spogliatoi, 70mila per l’ampliamento e messa in sicurezza della strada d’accesso e 30mila per i parcheggi. L’aiuto da parte di queste aziende ha ridotto i costi della società».

Oggi l’impianto jesino è un esempio per il movimento. Ma non ci si ferma. «Per la prossima primavera – programma Faccenda – contiamo di poter aprire il nuovo percorso pedonale e ciclabile che permetterà di raggiungere il campo dal quartiere Minonna senza dover passare obbligatoriamente dallo svincolo Jesi Centro della SS76. L’idea è creare la possibilità di una passeggiata all’aria aperta comoda, gradevole e senza rischi. Il sogno nel cassetto poi è il Rugby Beach: riallacciandosi ai progetti di recupero delle vecchie spiagge di fiume, ricavare uno spazio sull’ansa dell’Esino a ridosso dell’impianto, dando ulteriori possibilità e valore ai nostri centri estivi». La linea è, sempre più, rendere la casa del Rugby Jesi una casa anche della città. «Ospitiamo per le loro sedute di allenamento gli arcieri dell’Ente Palio, mettiamo i nostri spazi a disposizione di diverse altre società sportive. Non posso dimenticare, la scorsa estate, il successo delle serate di cinema e teatro all’aperto che si sono tenute al campo. E ogni volta chi viene e ci “scopre” per la prima volta resta piacevolmente sorpreso».

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