Jesi-Fabriano

Rugby Jesi ’70, capitan Pulita guarda avanti: «Il Club ha tenuto duro, ora vogliamo ricominciare»

«Il clima è sempre rimasto buono, il gruppo ha risposto bene e questo periodo ci ha dato l’opportunità di lavorare su tante cose importanti. Adesso ciò che conta è tornare a giocare, ci manca più di tutto»

Nicola Pulita in campo con la maglia del Rugby Jesi '70

JESI – «Voglia e entusiasmo non sono venuti meno. Né nel gruppo né nel club. Tutti non vediamo l’ora di ritrovare finalmente la normalità e tornare a competere in campo». Così Nicola Pulita, capitano del Rugby Jesi ’70 che ha visto, ad ora, posticipati a marzo la possibilità di tornare ad allenarsi con contatto e all’11 aprile il via al campionato di Serie B.

«Ma il clima, in squadra, è sempre rimasto buono- assicura il capitano- nel periodo più difficile abbiamo continuato ad allenarci individualmente, ciascuno con un proprio programma di lavoro. Poi, appena possibile, abbiamo ripreso ad allenarci al campo, sempre in sicurezza e nel pieno rispetto delle prescrizioni. Ormai sono quasi dodici mesi che non giochiamo una partita di campionato: siamo vogliosi di tornare a fare, spero il più presto possibile, quello che più ci piace».

Nicola Pulita

Compito di capitano, spronare tutti a non mollare. «Io e i “senatori” abbiamo cercato di tenere unito il gruppo in questi mesi – spiega Pulita- e i ragazzi, devo dire, hanno reagito e risposto bene. Fondamentale continuare a ritagliarsi uno spazio per ciò che c’era prima di questo virus o diventa complicato recuperare dal punto di vista fisico e psicologico. Il gruppo non si è perso, abbiamo mantenuto l’organico e il periodo ci ha dato l’opportunità di sistemare e mettere a posto tante cose importanti: dal punto di vista della forma, dei miglioramenti da compiere, dell’inserimento in prima squadra dei tanti giovani, classe 2001 e 2002, saliti dall’Under 18 e da integrare al meglio. Abbiamo avuto modo di lavorare insieme per più tempo, ora c’è il desiderio di ricominciare». Un impegno che coinvolge tutti. «Anche Under 16 e Under 18 hanno mantenuto una grande frequenza. E tutto il club si è impegnato al massimo per garantire una attività in sicurezza fra controlli all’ingresso, temperature, autocertificazioni, rispetto dei protocolli».

Difficoltà ma non solo. «Ci sono state anche belle notizie: un giovane della Under 18 come Filippo Barbacci chiamato al centro di formazione federale di Prato, un nostro compagno e amico come Vittorio Santarelli che ha esordito, da titolare e segnando una meta, nel Top 10 con la Lazio ed è stato convocato nella Nazionale di Rugby Seven. Belle cose che hanno rappresentato un forte stimolo per tutti».

Ma che campionato sarà quello che in aprile dovrebbe attendere il Rugby Jesi ’70? «Domanda difficile, un grosso punto interrogativo. Sappiamo per ora che non dovrebbero esserci retrocessioni e che ci saranno gironi ridotti, con delle pool che qualificheranno le prime per i playoff. Quanto gli avversari, le incognite sono tante: ci sarà da vedere se saranno riusciti a mantenere l’organico o avranno perso giocatori, se avranno potuto tenere o no un buon livello di allenamento, come arriveranno alla ripartenza. Ma quello che più conta è intanto riuscire a ritrovare presto quello che ci manca più di tutti».

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