Jesi-Fabriano

Standing ovation per Roberto Benigni e l’Inferno di Dante (FOTO)

Da solo sul palcoscenico del Teatro Pergolesi di Jesi, Roberto Benigni lo ha riempito di poesia celebrando uno dei canti più famosi dell'Inferno di Dante: il Canto XXVI (quello dei consiglieri fraudolenti detto anche “Canto di Ulisse”)

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Il pubblico del Pergolesi in piedi, ha applaudito a lungo Roberto Benigni

JESI – Un lungo applauso e pubblico in piedi per Roberto Benigni che ieri sera (7 ottobre) ha estasiato il pubblico del Teatro Pergolesi di Jesi proponendo un’appassionata e appassionante lettura del Canto XXVI dell’Inferno della Divina Commedia. Benigni aveva già conquistato, venerdì sera, il pubblico del Mestica di Apiro con il canto VIII degli iracondi e accidiosi.

Il Massimo jesino era gremito per l’evento che ha attirato tantissime persone anche in Piazza della Repubblica dove era stato istallato il maxischermo. «È una gioia essere qui questa sera. Sto cercando una casa da queste parti – ha ironizzato – perché le Marche sono una delle Regioni più segrete, ho sempre amato questi luoghi». Tantissimi i dantisti che hanno raggiunto Apiro e Jesi da tutta Italia per seguire i convegni, a loro è andato il ringraziamento di Benigni: «In confronto a questi studiosi mi sento piccolino – ha detto con umiltà – Io sono a servizio di questo grande autore che è Dante Alighieri».

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Il pubblico che ha seguito Benigni dal maxischermo

Da solo sul palcoscenico, Roberto Benigni lo ha riempito di poesia celebrando uno dei canti più celebri dell’Inferno di questo libro che «è un miracolo». Non è mancato un pizzico di ironia: «Il Canto di Ulisse viene preceduto da quello dei ladri. Dante ci ritrova molti fiorentini e molti politici: pensate un po’, Dante non credeva ai suoi occhi e provava disprezzo per quei politici che rubavano i soldi» ha raccontato Benigni con un pizzico di sarcasmo. L’intera performance è stata un omaggio a Dante: «Rende meraviglioso il quotidiano, questa è la sua poesia». Il pubblico si è quindi immerso accompagnato da Roberto Benigni nell’Inferno, come Dante fu accompagnato da Virgilio: attratto dalla fiamma di Ulisse e Diomede, si è fatto trasportare dal racconto dell’eroe greco.

«Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza» disse Ulisse ai suoi che lo seguirono nella folle impresa di superare le colonne d’Ercole. Così, travolto da un Benigni superbo, anche il pubblico ha superato quel limite invalicabile immergendosi completamente nella narrazione fino quasi a riuscire ad ascoltare lo sciabordio delle onde che ha travolto l’imbarcazione dell’eroe greco e che ha chiuso una splendida serata.

Alcune immagini della serata (Foto Stefano Binci)

L’iniziativa, che ha preso le mosse nel 2015 in occasione dei 750 anni dalla nascita del poeta fiorentino, si deve alla volontà di Franco Musarra (professore emerito di Letteratura Italiana presso l’Università Cattolica di Lovanio e legato a Roberto Benigni), originario di Apiro, cittadina dove da qualche anno è stato costituito un Comitato Cultura che lavora alla valorizzazione del territorio in collaborazione con l’amministrazione comunale. Sono quindi state coinvolte anche l’amministrazione comunale di Jesi e la Fondazione Pergolesi Spontini.

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