Jesi-Fabriano

La Rivolta dei Bersaglieri di Ancona e le giornate rosse di Jesi: mostra e spettacolo sui fatti del 1920

L'esposizione a Palazzo dei Convegni dal 16 al 22 novembre, giovedì 18 al Teatro Il Piccolo di San Giuseppe le canzoni e il reading storico su quegli eventi. «Nel segno di quei valori di giustizia a anti militaristi che sono ancora nostri»

Da sinistra Massimo Fiordelmondo, Paola Sabbatini e Agostino Amedoro

JESI – La mostra a Palazzo dei Convegni – dal 16 al 22 novembre prossimi – arricchita da incontri e occasioni di riflessione e un appuntamento per musica e parole, la sera del 18 novembre al Teatro “Il Piccolo” di San Giuseppe. Tutto per ricordare, raccontare e conoscere quei fatti di 101 anni fa «nel segno dei valori di giustizia a anti militaristi che sono ancora quelli delle realtà promotrici dell’evento». Ovvero l’Istituto Gramsci Marche Sezione Jesi e Vallesina, il Centro Cooperativo Mazziniano, il Circolo di cultura politica Sandro Pertini e il Centro Studi libertari Luigi Fabbri che portano a Jesi l’esposizione dedicata alla Rivolta dei Bersaglieri di Ancona e alle giornate rosse di Jesi del 1920.

Da sinistra Paola Sabbatini, Mario Sardella, Agostino Amedoro, Massimo Fiordelmondo e Leonardo Lasca

I fatti di allora coinvolsero tutta la provincia e una fetta importante d’Italia: la notte del 26 giugno 1920 numerosi militari dell’11° Reggimento Bersaglieri delle Caserma Villarey di Ancona si ribellarono all’ordine di partire per Valona e combattere contro gli albanesi. In Albania l’Italia, all’indomani della fine della Prima Guerra Mondiale, occupava Valona e l’isolotto di Sàseno e le mire espansionistiche del nostro Paese portarono presto a scontri con le milizie locali. Di qui la decisione di inviare nuove truppe, alla quale si ribellano i Bersaglieri della Caserma Villarey avviando una rivolta che si estende presto fino alla Romagna, a Roma, Trieste, Milano.

A Jesi dove, parole del Prefetto di allora Bladier, «l’ambiente a causa del forte numero di operai e dell’assoluta prevalenza di partiti estremi è spicatamente (sic, nda) sovversivo», c’è il segretario nazionale del Partito Repubblicano Ferdinando Schiavetti, cui viene proibito un comizio che si tiene ugualmente davanti a 3 mila persone. Scattano poi i tre giorni di rivolta.

«Sarà la Guardia nazionale regia a dover intervenire- spiega Paola Sabbatini- tanta era la fama sovversiva di Jesi, maggiore anche della realtà, che arrivati al San Carlo preferirono guadare l’Esino che attraversare il ponte, che temevano fosse minato». Rammenta Agostino Amedoro: «Nel contesto delle grandi difficoltà economiche, politiche e sociali dell’Italia uscita dalla guerra e alle prese anche con l’epidemia della Spagnola, quelli furono giorni di rivolta cruenti, con vittime e feriti, e conclusi per molti dei partecipanti con la prigione o l’esilio». Sottolinea Mario Sardella: «Una mostra che contestualizza e spiega quei fatti, ben differente dallo spirito con cui si restaurano certe scritte come quella all’anagrafe di cui, speriamo, si racconti bene cosa rappresenta». Condivide Massimo Fiordelmondo, con Leonardo Lasca che presenta l’appuntamento dedicato al tema della mostra del 18 novembre al Piccolo (ore 21): «Saremo sul palco con il  Canzoniere ANPI per uno spettacolo dedicato a quelle giornate: “In Albania non si va! Canzoni e storie di anarchia, di rivolte e di bersaglieri”. L’evento propone un breve viaggio attraverso le canzoni del movimento anarchico e socialista che ha avuto un peso importante nella vicenda. Attraverso un breve reading storico verranno inoltre ricostruiti la rivolta del 25 giugno 1920 e i fatti jesini che ne seguirono. Il gruppo musicale “Canzoniere dell’ANPI” è composto da Tamara Ferretti, Tania Pisani, Sergio Brocani e Daniele Rossetti alle voci; Roberto Anselmi e Vito Cantarini alle chitarre e mandolino, Bruno Lasca alla fisarmonica e Leonardo Lasca al basso. Le letture teatrali sono di Maria Romana Maiori e Dario Ponissi su testi originali di Michela Vanni». Per assistere, prenotazione obbligatoria (whatsapp 370 3686850) e obbligo di green pass e rispetto delle prescrizioni anti Covid

La mostra sarà aperta nel pomeriggio dalle 16 alle 19,30, anche qui con obbligo di green pass e rispetto delle prescrizioni anti Covid. L’inaugurazione martedì 16 alle 17,30, presentata dal presidente dell’Istituto Gramsci Nino Lucantoni. Mercoledì 17 alle 17,30 la tavola rotonda a cura dell’Udi Jesi “Tra politica e lavoro: dai primi movimenti emancipazionisti alle attuali forme della partecipazione delle donne”, con gli interventi di Francesca Bartolacci, Ninfa Contigiani, Serena Cavalletti e Tiziana Mosca. Venerdì 19 novembre alle 17,30 Ero Giuliodori, Riccardo Piccioni e Mattia Refi ricostruiscono la storia de “La Rivolta dei Bersaglieri di Ancone e le giornate rosse di Jesi del 1920”.

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