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Risparmiatori azzerati: al via gli arbitrati

Pubblicati in Gazzetta Ufficiale i decreti che consentono l’avvio degli arbitrati per gli obbligazionisti coinvolti nel crac di Banca Marche, Banca popolare dell'Etruria, CariFe e Carichieti. I dubbi dei comitati dei risparmiatori: “Una beffa”

Una manifestazione delle vittime del Salva Banche a Roma

Sono stati pubblicato il 13 giugno, in Gazzetta Ufficiale, i decreti che consentono l’avvio degli arbitrati per gli investitori coinvolti nel crac di Banca Marche, Banca popolare dell’Etruria, CariFe e Carichieti, le quattro banche messe in risoluzione alla fine del 2015. Pubblicati sia il testo sui criteri di nomina degli arbitri, che quello sulle modalità di svolgimento della procedura sui rimborsi per gli obbligazionisti che non hanno voluto o potuto aderire ai rimborsi forfettari.

Per ottenere i rimborsi i risparmiatori dovranno dimostrare di essere stati oggetto di oggetto di mis-selling di titoli (vendita scorretta), ovvero che la sottoscrizione dei bond subordinati è avvenuta senza che gli intermediari abbiano rispettato gli obblighi di trasparenza e informazione previsti dalla legge. Se questi elementi saranno accertati si potrà ottenere il ristoro fino al 100% delle somme perse per l’azzeramento degli strumenti subordinati. Secondo la legge, i ricorsi vanno avviati entro cinque mesi dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale.

Manifestazione dei risparmiatori azzerati a Montecitorio

Il decreto del Ministero dell’Economia n. 83 del 9 maggio 2017, pubblicato ieri, disciplina dunque la sola procedura di natura arbitrale di accesso al Fondo di solidarietà per i risparmiatori, collegato al Salva Banche e alle misure a parziale tutela degli investitori azzerati. La procedura viene attivata presso appositi organi (i collegi arbitrali) costituiti in seno all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Il decreto stabilisce che entro 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il Fondo Interbancario di tutela dei depositi (Fidt) propone agli investitori, nelle forme dell’offerta al pubblico, la facoltà di avere un rimborso tramite l’arbitrato, assicurandone anche un’adeguata pubblicità. Il ricorso per accedere all’arbitrato (che è una procedura gratuita), deve essere presentato dagli obbligazionisti, a pena di decadenza, entro quattro mesi dalla data dell’offerta tramite apposito modulo – disponibile sul sito istituzionale della Camera arbitrale – tramite posta elettronica certificata o su supporto cartaceo.

La protesta dei risparmiatori azzerati

Nel frattempo, al 31 maggio è invece scattato lo stop per la procedura dei rimborsi forfettari erogati dal Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fidt) per l’80% del valore investito, l’altra via tentata da chi ha acquistato obbligazioni subordinate in base alle indicazioni contenute nel Decreto Salva Banche. Da ricordare che comunque questa strada era limitata da paletti fissati per legge, tesi a garantire sono i piccoli (e piccolissimi) risparmiatori: possedere un patrimonio mobiliare inferiore ai 100 mila euro alla fine del 2015 e un reddito complessivo 2014, ai fini Irpef, non superiore ai 35 mila euro. Le domande pervenute per accedere allo strumento sono state quasi 16 mila; di queste circa 9 mila sono già state liquidate, per un importo complessivo di 110 milioni di euro. Entro «settembre-ottobre speriamo di liquidare tutte le pratiche» ha detto il vicedirettore generale del Fidt, Salvatore Paterna, che sovrintende al processo, e secondo il quale «alla fine si arriverà a circa 200 milioni» di rimborsi.

La procedura degli arbitrati sui bond 4 banche fallite, che entra in vigore in questi giorni, non piace comunque ai Comitati dei risparmiatori coinvolti. Oggi, sul proprio sito, le Vittime del Salvabanche parlano di «ennesima trappola a sfavore dei risparmiatori». «Da quello che si evince dalla lettura – scrive il Comitato – ci sono cinque mesi di tempo complessivamente per presentare la domanda di arbitrato, oltre questo limite di tempo si perderà tale diritto. Inoltre potrà accedere all’arbitrato solo il risparmiatore che ha avuto un rapporto negoziale diretto con la banca, esclusi tutti gli altri. Paradossale, ad esempio, che chi non ha acquisito direttamente da Banca Etruria ma da una banca controllata dalla stessa e che quindi agiva seguendo le medesime strategie commerciali, resti escluso da tutto. È evidente che il governo stia attuando una battaglia all’ultimo spicciolo per lasciare quanti più risparmiatori esclusi da ogni forma di ristoro».

Un sit-in di protesta dei risparmiatori azzerati

Di «beffa» parla il Comitato Risparmiatori azzerati, guidato da Silvia Battistelli e Alvise Aguti, il quale fa notare come l’accesso all’arbitrato e l’eventuale rimborso siano stabiliti dal Fitd, il Fondo interbancario per la tutela dei depositi. «Il decreto, dunque, non sancisce in caso di truffa accertata un rimborso totale, come sembrerebbe ovvio, ma bensì lascia completa libertà di azione nello stabilire importi massimi, modalità, tempi ad una entità privata (il Fitd) attraverso lo strumento di una offerta pubblica, che dovrà essere presentata dal Fondo entro il 13 luglio e che diverrà vincolante per chiunque intenda ricorrere alla procedura arbitrale», è scritto nella nota del Comitato. «Altra beffa è sancita dall’articolo 2 comma a che preclude la possibilità di accedere all’arbitrato a chiunque non abbia acquistato in un rapporto negoziale diretto con la banca. Sostanzialmente oltre 2000 risparmiatori saranno esclusi dalla possibilità di dimostrare di aver acquistato in mancanza di correttezza e trasparenza per riottenere il proprio patrimonio, andato in fumo con il decreto Salva-Banche», sottolinea il comunicato.

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