Jesi-Fabriano

Jesi rinuncia al biodigestore. L’opposizione: «Bene ma non benissimo»

Agnese Santarelli di Jesi in Comune attacca l'amministrazione Bacci: «Il solito metodo del “pallone mio, decido io”»

jesi in comune
In basso a sinistra i consiglieri di Jesi in Comune, Samuele Animali e Agnese Santareli insieme a Filippo Cingolani e simpatizzanti

JESI – Nessun impianto per il trattamento della frazione organica dei rifiuti alla Coppetella. O all’ex Sadam. Così ha deciso l’amministrazione comunale, ritirando la propria disponibilità a ospitare il biodigestore. È stata l’assessore all’ambiente Cinzia Napolitano a comunicarlo in occasione dell’ultima assemblea dell’Ata Rifiuti, andata in scena lo scorso 30 settembre. E il sindaco Massimo Bacci lo ha confermato.

Una decisione che non convince del tutto l’opposizione: «Abbiamo appreso dalla stampa che il Comune di Jesi ha deciso di ritirare la propria disponibilità per la realizzazione del biodigestore – osserva la consigliera comunale di Jesi in Comune, Agnese Santarelli -. Bene, ma non benissimo. Forse sarebbe stato opportuno discuterne prima in consiglio comunale, quell’assise cittadina democratica in cui si affrontano i temi cruciali per la città. Lo stesso consiglio dove ad agosto dello scorso anno, con un’urgenza incomprensibile, la maggioranza si è votata da sola un atto di indirizzo, tirato fuori all’ultimo dal cilindro, con il quale si decideva di ubicare a Jesi, senza specificare alcun sito, il biodigestore, ma a condizione che fosse gestito da una società a maggioranza privata. Stesso metodo insomma. Quello del “pallone è mio e decido io”. E, siccome dall’Ata non è arrivata la ratifica alle scelte unilaterali della città regia, non se ne fa più niente».

Prosegue Agnese Santarelli: «Avremmo preferito un confronto vero e laico sulle tante questioni connesse a questa vicenda che vanno al di la’ della disponibilità o meno del Comune di Jesi, dall’ubicazione concreta, al dimensionamento, fino al tipo di gestione. Ma poi avremmo rischiato di sconfinare nel “pericoloso” mondo della Politica, così lontano dalle liste civiche di maggioranza».

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