Jesi-Fabriano

Rinasce il portone settecentesco di Palazzo Pianetti: il restauro, grazie all’ex sindaco Vittorio Massaccesi

Il portone settecentesco che consente l'accesso sulle sale Betto Tesei di palazzo Pianetti è stato sottoposto a restauro da novembre a inizio febbraio

Aristide Tesei, Vittorio Massaccesi, Luca Butini e Romina Quarchioni

JESI – Torna al suo antico splendore, in una perfetta simmetria col portone centrale di Palazzo Pianetti, il secondo portone settecentesco in legno di pino che un tempo era l’ingresso delle scuderie del palazzo nobiliare jesino e che, recentemente, consente l’accesso alle Sale espositive Betto Tesei. Sale che hanno ospitato la magnifica mostra su Colocci e Vespucci, e che ora attendono nuova luce in vista della prossima esposizione di aprile dedicata alla fotografia del maestro Emanuele Scorcelletti. Proprio durante la mostra dedicata a Colocci e Vespucci, l’ex sindaco Vittorio Massaccesi ha capito che quegli spazi – così ben valorizzati – meritassero una ulteriore iniziativa. Si è rivolto all’assessorato alla Cultura esprimendo il desiderio di poter finanziare il restauro dell’antico portone ligneo. E, sebbene il palazzo sia di proprietà della famiglia Tesei, in un’operazione che muove solo dall’amore per la propria città, si è riusciti a ottenere le necessarie autorizzazioni della Soprintendenza (che vincola il palazzo storico sede della Pinacoteca e dei Musei civici) a procedere col restauro, affidato al maestro restauratore Maurizio Ciaroni di Urbino. Restaurata la parte in legno e gli ingranaggi. E oggi, dopo due mesi di lavori minuziosi e di pazienza, il portone ligneo è tornato al suo posto, più bello che mai.

«Posso solo ringraziare il Comune per aver accolto il mio desiderio – dice il professor Massaccesi – stavo visitando la mostra su Raffaello e Colocci quando ho notato le condizioni del portone e ho pensato che iniziativa genera iniziativa, bisognava fare qualcosa». «Il portone è stato smontato a novembre dopo aver ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni della Soprintendenza, essendo il palazzo vincolato per interesse storico e artistico. È stato individuato un restauratore accreditato, Maurizio Ciaroni di Urbino – aggiunge Romina Quarchioni direttrice dei Musei civici di Jesi – che ha stuccato e riparato il portone, realizzato completamente in legno di pino. È stato fatto tornare al suo colore naturale: prima era bianco, e adesso è tornato al suo colore naturale. Con questa operazione, generosamente finanziata dal professor Massaccesi, si ripristina la simmetria di questo portone con quello d’ingresso principale del Museo archeologico». Ha sottolineato il valore dell’operazione il vice sindaco Luca Butini. «Un contributo significativo questo di Massaccesi al quale va il doveroso grazie di tutti noi – dice Butini – questo intervento va a recuperare il valore estetico del portone di uno dei più bei palazzi della città e solo chi, come Vittorio Massaccesi, ha ricoperto il ruolo di ex sindaco può comprendere quanto sia importante il rapporto di fiducia tra un privato cittadino e l’Amministrazione: oggi questa fiducia è stata dimostrata». Simbolica ma carica di emozione la consegna delle grosse chiavi che aprono il portone ligneo che s’affaccia su via XV Settembre, alla quale hanno preso parte Aristide Tesei e i familiari del professor Massaccesi, giustamente orgogliosissimi di lui.

Il professor Vittorio Massaccesi e il vice sindaco Luca Butini ne simbolico scambio di chiavi del portone restaurato

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