Jesi-Fabriano

Sì al biodigestore a Jesi, Bacci: «Scelta responsabile verso di noi e i nostri figli»

Dopo il via libera della maggioranza, con quasi tutte le opposizioni fuori dall'aula, le parole del sindaco: «Crediamo in un’economia circolare, precise le prescrizioni affinché vi sia un rigoroso controllo pubblico nelle fasi di progettazione, realizzazione e gestione»

Massimo Bacci
Massimo Bacci

JESI – «Con il sì al biodigestore abbiamo scelto di assumerci una responsabilità importante verso di noi e verso i nostri figli». Lo afferma il sindaco Massimo Bacci che spiega poi, sulla possibile localizzazione dell’impianto: «Abbiamo chiesto anche di valutare altri siti, oltre a quello in prossimità dell’interporto, perché la scelta sia la migliore, la più logica, la più trasparente».

Non si placano polemiche e discussioni dopo che, nella seduta convocata d’urgenza sabato scorso 3 agosto (dopo che quella del 31 luglio era stata revocata in extremis perché gli atti non erano pronti), i voti della maggioranza civica e di Silvia Gregori di Forza Italia hanno approvato l’atto di indirizzo con il quale Jesi accetta, puntando a fissare paletti e condizioni, l’insediamento sul suo territorio dell’impianto biodigestore che dovrebbe ricevere e lavorare rifiuti organici e del verde di tutta la provincia, ottenendone biometano e compost. In aula non c’erano le opposizioni di Pd, Jesi in Comune e Movimento Cinque Stelle, uscite per protestare contro metodo e merito della decisione. Nel mirino il mancato rinvio della pratica, specie alla luce delle novità emerse in ultimo a ridosso del voto e inserite nell’atto di indirizzo: ovvero la possibilità di una localizzazione alternativa alla Coppetella e quel 51% di proprietà del privato della società che dovrà realizzare e gestire l’impianto.

Dice Bacci: «Abbiamo detto sì all’ipotesi di realizzare un biodigestore nel territorio comunale perché crediamo in un’economia circolare e preferiamo produrre metano dai nostri rifiuti organici anziché da sostanze fossili responsabili dei cambiamenti climatici. Prendiamo atto con favore che tutti i gruppi consiliari, ad eccezione di uno, condividano questa idea di sviluppo sostenibile della comunità. Abbiamo detto sì all’ipotesi del biodigestore, condizionandola però a precise prescrizioni affinché vi sia un rigoroso controllo pubblico nelle fasi di progettazione, realizzazione e gestione». Assicura Bacci: «Non abbiamo interessi diversi se non quelli di rispondere al bene comune e alla nostra coscienza». Ma le opposizioni insorgono.

In precedenza Bacci aveva spiegato in merito ai punti contestati: «Un Comune non sarebbe in grado di affrontare un investimento così importante: naturale il coinvolgimento di un privato e che questi abbia la maggioranza ma questo non significherà certo che potrà fare quel che vuole o avere mano libera. Nell’atto di indirizzo si richiede all’Ata di impegnarsi affinché tutti i Comuni della provincia conferiscano la loro raccolta all’impianto e che questo sia dimensionato per il solo fabbisogno provinciale e non per altro. Non saranno possibili ampliamenti o altri utilizzi». Quanto alla localizzazione, Bacci spiega: «L’Ata ha chiesto al Comune di Jesi la disponibilità a ospitare l’impianto, non dove questo debba deve essere realizzato. E’ stata presa in esame l’area della Coppetella ma c’è la possibilità di valutare anche altre soluzioni. Il fatto poi che il Comune voglia fare da stazione appaltante è condizione posta a evidente garanzia, le richieste fissate nell’atto di indirizzo non sono state concordate con l’Ata ma sono pre-condizioni che il Comune pone a tutela di tutti».

 

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