Jesi-Fabriano

Restauro della scritta fascista, Jesi in Comune: «Ridicolo»

Il movimento di opposizione si scaglia contro l'annunciata riqualificazione della frase di Benito Mussolini rinvenuta nei muri dell'Anagrafe. Contrario anche il Pd

L'incisione di Mussolini in Comune

JESI – Frase di Benito Mussolini sui muri dell’Anagrafe, l’amministrazione valuta il restauro conservativo. Ma Jesi in Comune alza la voce. La scritta recita “Della potenza e della gloria del lavoro”, seguita dalla firma del duce. Apparsa durante i lavori di ripulitura di uno dei locali lo scorso novembre – dopo la rimozione dello strato di vernice deteriorato dalla muffa – è stata ovviamente lasciata così come rinvenuta, informando subito la Soprintendenza per i chiarimenti del caso. La questione era stata portata in Consiglio comunale con una interrogazione da Chiara Cercaci.

«Magari, forse, vi accorgerete quanto è ridicola la scelta tutta ideologica, e dell’ideologia sbagliata, di restaurare una scritta fascista apparsa sulla parete dell’ufficio anagrafe – scrive Jesi in Comune -. E poi magari, dopo il ridicolo, non guasterebbe anche il rispetto della storia repubblicana ed antifascista di questa città che non è cosa vostra che potete plasmare con arroganza ad immagine e somiglianza. E non basteranno lo statuto modificato a maggioranza o lo spostamento dell’obelisco in piazza della Repubblica o il finto brand di città regia o il divieto di esporre bandiere e striscioni dalle finestre o l’arroganza nei confronti dei cittadini che non hanno apprezzato lo strumento del question time e nemmeno l’idea che serva una consulta per le donne e non delle donne a far cambiare pelle ed anima a Jesi che rimarrà sempre molto altro e molto di più. Fortunatamente! “Non dico il buon gusto, ma almeno il buon senso”».

«Con riferimento alla segnalazione in oggetto, inerente il rinvenimento di scritte storiche sulle pareti dei locali dell’Ufficio Anagrafe del Comune di Jesi – è quanto spiega la Soprintendenza – preso atto positivamente di quanto comunicato, questo Ufficio rimane in attesa di un eventuale progetto di restauro conservativo da valutare per la tutela e la protezione delle scritte stesse».

«Bisognerebbe innanzitutto sapere – riferisce il consigliere comunale Pd, Lorenzo Fiordelmondo – cosa ha chiesto il Comune di preciso. Sono in totale disaccordo, ovviamente, rispetto al restauro. Siamo all’interno di un ufficio pubblico dove non vi è alcuna necessità che resti in bella mostra un motto fascista. Dietro a quella richiesta, c’è una visione nostalgica che non appartiene a me né al Pd. Valorizzare una frase di Mussolini in Comune non credo abbia a che fare con la storia. In città, fra l’altro, sappiamo bene cosa è stato il fascismo».

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