Jesi-Fabriano

Jesi, residenti contro la movida in centro: esposto in Procura

Gli abitanti della città vecchia si lamentano degli schiamazzi del fine settimana, evidenziando il mancato rispetto della quiete pubblica. La replica del sindaco Bacci

Immagine di repertorio

JESI – Movida troppo rumorosa, nuova protesta dei residenti del centro storico. Che si rivolgono alla Procura della Repubblica con un esposto.

L’obiettivo dichiarato dai promotori dell’atto, depositato lo scorso dicembre, è che quanti di competenza si attivino «affinché possa essere risolto il problema, estremamente grave, del disturbo del riposo delle persone e del conseguente rischio per l’incolumità psico-fisica, dipendenti dall’intensa attività dei locali adibiti a ristorazione e svago nelle zone circostanti le proprie abitazioni».

«In particolare durante tutti i venerdì, sabato, giorni prefestivi o in occasione di manifestazioni, musica, chiasso e frastuono causato da chi frequenta i locali si protraggono ben al di là degli orari consentiti, spesso fin oltre le tre di notte, con evidente violazione della quiete pubblica e concreto nocumento del riposo notturno – si legge nell’esposto -. Ciò avviene con particolare e conclamato riferimento, ormai da alcuni anni, in particolare nelle aree circostanti Piazza delle Monnighette, Piazza Spontini, Arco del Magistrato, ma non ne sono esenti altre aree del Centro Storico (e non solo). Viene impedito o gravemente compromesso il riposo fin quasi all’alba, con una ripetitività che si protrae per tutte le settimane e i mesi dell’anno. Gli esercenti titolari rimangono indifferenti alle legittime lamentele e proteste e non sembrano preoccuparsi del rispetto di norme e regolamenti a tutela della quiete pubblica. Le attività, invocate da tanti come necessarie per rivitalizzare il Centro Storico, non possono giustificare violazione e sacrificio di elementari ma fondamentali diritti».

Il sindaco Massimo Bacci, dal canto suo, assicura massimo impegno, a partire dall’ampliamento dell’organico della polizia locale, pur specificando che «senza la presenza dei locali, il centro storico sarebbe morto. La loro apertura ha restituito vitalità e attrattività a quella parte della città. Va, certo, cercato il giusto equilibrio. Ma va pure detto che il centro, prima di questi ultimi anni, stava morendo. L’amministrazione continua a portare avanti un’opera di sensibilizzazione presso esercenti e operatori dei locali perché promuovano comportamenti responsabili da parte dei propri avventori».

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