Jesi-Fabriano

Jesi, al via la raccolta firme a tutela dei tigli di viale Trieste

Un gruppo di cittadini chiede di effettuare ulteriori accertamenti sui tigli di viale Trieste contestualmente a un progetto di rigenerazione urbana che riguardi l’intera area

Mobilitazione per i tigli, foto di Francesca Tilio

JESI – Tigli di viale Trieste, si raccolgono le firme per chiedere ulteriori accertamenti. A promuovere l’iniziativa il gruppo di cittadini – Garanti del Verde Jesi – che si sta battendo in difesa degli alberi secolari della stazione ferroviaria.

«La richiesta nasce a seguito di un primo confronto con l’amministrazione e dal sopralluogo con l’agronomo Pazzi nel corso del quale è emerso come, nonostante le condizioni critiche di tutti gli esemplari di Tiglio siti in Viale Trieste, sia assente un progetto organico che ne contempli la cura e la riqualificazione – spiegano i promotori -. Dal sopralluogo è emerso come sono varie le motivazioni che hanno portato all’attuale situazione: dai “fattori di competizione intraspecifica” che potevano essere evitati al momento della piantumazione garantendo maggiori distanze tra le piante, ai danni causati agli apparati radicali dagli ampliamenti dei sottoservizi (reti idriche, elettriche, telefoniche etc.) fino alle più recenti potature e capitozzature. Agronomo e tecnici jesini esperti di verde pubblico hanno parlato con nonchalance di alberi come “arredamento” facendosi forti del concetto di “età di servizio” dell’albero, che in natura – lo ricordiamo! – non ha propensione a invecchiare e morire ma a crescere e vivere. D’altro canto, secondo pareri autorevoli, come quello espresso dal Prof. Taffetani, Ordinario di Botanica sistematica dell’Università Politecnica delle Marche, risulta evidente che prima di abbattere i 12 tigli è assolutamente necessario fare accertamenti strumentali più approfonditi».

«È quindi evidente – a detta dei cittadini che si sono mobilitati – la necessità di valutazioni ulteriori nel contesto di un progetto di rigenerazione che riguardi l’intero Viale e che nasca da una riflessione profonda rispetto al nostro modo di intendere il mondo vegetale e i beni comuni. Una riflessione che sia frutto di una nuova sensibilità, che è già nata e che forse è la diretta e preziosa conseguenza della crisi drammatica che ci stiamo lasciando alle spalle. I Tigli di Viale Trieste ci offrono, in questo preciso momento storico, l’occasione di abbracciare un nuovo modo di vivere la cittadinanza e la partecipazione: chiediamo quindi all’amministrazione che il progetto di riqualificazione dell’alberata di Viale Trieste venga condiviso con i cittadini attraverso lo strumento del “patto di collaborazione” che permette alle PA e ai cittadini di definire insieme gli obiettivi e le strategie in relazione alla cura di un bene comune nell’ambito del “Regolamento sulla collaborazione fra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani” del 2014».

Ecco le occasioni per sottoscrivere la petizione: mercoledì 16, giovedì 17, venerdì 18 febbraio dalle 16 alle 18 al presidio dei cittadini sotto ai Tigli degli ex giardinetti storici della stazione di Jesi, sabato 19 dalle 17 sotto ai Tigli degli ex giardinetti storici della stazione di Jesi in un momento di incontro e condivisione a sorpresa, da mercoledì 16 a sabato 19 la mattina dalle 9 alle 13 e il pomeriggio dalle 17 alle 20 (il sabato pomeriggio dalle 17.30 alle 20.30) presso ORTOLIBRERIA, in via Gramsci 3 a Jesi.

«Per ciascuno dei 12 tigli che purtroppo si dovranno abbattere in Viale Trieste – le motivazioni del Comune – vi è una relazione tecnica di un professionista agronomo che ne certifica le dimensione, quanto risulta da analisi visive, le strumentazioni tecniche utilizzate per accertare la presenza di cavità interne e lo stato dell’apparato radicale, le lesioni riscontrate, la perdita delle funzioni ecosistemiche, il rischio di cedimento improvviso sia delle singole branche che dell’intero albero con evidenti rischi per la pubblica incolumità ed i riferimenti normativi attraverso i quali se ne prescrive l’abbattimento. Il danneggiamento degli alberi non è stato dovuto ad una scarsa manutenzione, ma ad una sommatoria di concause legate a fitopatie, vetustà e senescenza che hanno determinato criticità all’apparato radicale, al tronco e alle branche, fino a portare ad un potenziale pericolo per la pubblica incolumità». Al loro posto, secondo i piani dell’amministrazione, verranno piantumati altri alberi.

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