Jesi-Fabriano

Quattro indagati per la cessione di un marchio di moda a Jesi. Sequestrate case e soldi per 700mila euro

Ingente sequestro delle Fiamme Gialle. È il risultato delle indagini iniziate nel 2016 da parte del Nucleo di Polizia Tributaria coordinate dalla Procura della Repubblica di Ancona

Guardia di Finanza
Guardia di Finanza

JESI – Ammonta a 700mila euro il valore complessivo dei beni mobili, degli immobili e dei soldi posti sotto sequestro dalla Guardia di Finanza di Ancona. È il risultato delle indagini iniziate nel 2016 da parte del Nucleo di Polizia Tributaria coordinate dalla Procura della Repubblica di Ancona a carico di quattro persone per l’illecita vendita del marchio di un’azienda di moda con sede a Jesi.

La vicenda ha inizio nel marzo 2015 quando si concretizza la vendita del marchio di moda per opera di uno degli amministratori che aveva agito all’insaputa degli altri soci. Aiutato da altre tre persone, tra cui la convivente, l’uomo aveva dapprima falsificato un verbale di assemblea per poter cedere il marchio aziendale operante nel settore moda e abbigliamento a una società con sede nella Repubblica di San Marino. Da qui è poi passata nelle mani di una compagine pugliese e poi a una quarta proprietà, sempre pugliese, che aveva quindi in mano i diritti per lo sfruttamento commerciale del nome aziendale e per la commercializzazione dei prodotti delle future collezioni. Il tutto per un corrispettivo pari a 700.000 euro.

Le Fiamme Gialle di Ancona, grazie alla collaborazione con la Repubblica di San Marino, sono riuscite a ricostruire i flussi di denaro successivi all’indebita cessione del marchio, finendo per individuare i responsabili dell’operazione.
Nei confronti del socio che ha orchestrato il tutto, della convivente, di una collaboratrice e di un soggetto esterno all’azienda, erano già stati sequestrati 210.000 euro ma dato che avevano provato dopo le perquisizioni a prelevare le somme per sottrarle a possibili misure restrittive, il GIP presso il Tribunale di Ancona ha disposto il sequestro preventivo per equivalente di 490.000 euro, esteso anche a chi aveva il compito di reimpiegare le somme di denaro derivanti dall’illecito.

Si è arrivati così al totale di 700.000 euro: tra i beni posti a sequestro vi sono conti correnti, disponibilità finanziarie, due appartamenti, tre autovetture (una Range Rover Evoque, una Range Rover Sport ed una Mini Cooper), un orologio Rolex, nonché fondi di investimento nella disponibilità degli indagati per appropriazione indebita, riciclaggio, auto-riciclaggio, intestazione fittizia di beni, falsità in atti. Il procedimento penale versa attualmente in fase di udienza preliminare.

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