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Putin nazionalizza la sussidiaria russa della Ariston Group di Fabriano

Una decisione che ha colto di sorpresa l’azienda, il Governo italiano e le Istituzioni europee. Le reazioni dei ministri Tajani e Urso, della Fiom

La sede di Fabriano della Ariston Group

FABRIANO – Una decisione che ha colto di sorpresa l’azienda, il Governo italiano e le Istituzioni europee. Con una decisione inattesa, infatti, ieri sera 26 aprile, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per il trasferimento temporaneo delle filiali russe dell’italiana Ariston Group, multinazionale di Fabriano, e della tedesca Bosch alla russa Gazprom Domestic Systems, la società del gruppo statale Gazprom produttrice di elettrodomestici. Il decreto, postato sul portale ufficiale per le informazioni legali, riguarda la Ariston Thermo Rus LLC, controllata da Ariston Holding, e la BSH Household Appliances LLC, controllata da BSH Hausgerate GmbH. Non sono noti i motivi della decisione. Tuttavia, dall’inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha posto sotto “gestione temporanea” i beni di una manciata di aziende occidentali, giustificando queste mosse come ritorsioni per le azioni di altri Paesi contro imprese russe, colpite da sanzioni.

Ariston, la reazione

Dal quartier generale della Ariston Group, multinazionale di Fabriano tra i leader mondiali nel comfort termico sostenibile, fondata da Francesco Merloni e presieduta dal figlio, Paolo, giunge il commento: «Il Gruppo Ariston, che opera industrialmente nella Federazione Russa da quasi 20 anni con rapporti molto corretti con le istituzioni locali, non è stato preventivamente informato del Decreto ed è estremamente sorpreso da questa iniziativa. In attesa di spiegazioni sull’inatteso provvedimento, ne stiamo valutando le implicazioni, anche dal punto di vista della governance e della gestione».

«Ad oggi – prosegue la nota – il Gruppo Ariston possiede uno stabilimento produttivo dedicato al riscaldamento dell’acqua situato fuori San Pietroburgo (con circa 200 dipendenti diretti e indiretti), che produce prodotti avanzati ad alta efficienza per il mercato interno, un centro di eccellenza per lo sviluppo prodotto locale e un responsabile commerciale ufficio di Mosca (che coordina circa 100 dipendenti attivi anche nelle filiali commerciali locali di tutta la Federazione), tutti operanti sotto il rinomato marchio Ariston. Il gruppo ha generato circa 100 milioni di euro di fatturato nella Federazione Russa nell’anno fiscale 2023 e disponeva di una significativa base patrimoniale per operare nel mercato locale, risultato di quasi due decenni di investimenti».

Le reazioni

Sulla vicenda è intervenuto ieri sera il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani con un post su X. «Dopo l’inattesa decisione Governo Russo sulla gestione di Ariston Thermo Group ho subito attivato la nostra Ambasciata in Russia e parlato con i vertici dell’azienda italiana. Il Governo italiano è al fianco delle imprese, pronto a tutelarle in tutti i mercati internazionali. Ho dato mandato al Segretario generale della Farnesina di convocare l’ambasciatore della Federazione russa in Italia. Il Governo chiede chiarimenti sulla vicenda della nazionalizzazione dell’Ariston Thermo Group. Al lavoro anche con Bruxelles, in raccordo con la Germania».

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha avuto una conversazione telefonica con Paolo Merloni, presidente di Ariston, per un confronto sulla situazione in corso e per esprimere la vicinanza del Governo, pronto a tutelare l’azienda in ogni sede, si informa attraverso una nota. Il ministro Urso, ha incontrato nel pomeriggio di oggi a Pescara, a margine della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, in merito alla vicenda della sussidiaria russa della Ariston Thermo Group, una tra le principali aziende marchigiane per volumi e fatturato, e in merito allo stabilimento Beko Europe (ex Whirlpool) di Fabriano. Il ministro Urso ha confermato al presidente Acquaroli l’attenzione massima da parte del Governo a tutela delle aziende italiane e dei livelli produttivi e occupazionali nel settore degli elettrodomestici, asset strategico del Made in Italy.

Infine, la segreteria provinciale della Fiom Ancona, attraverso Pierpaolo Pullini, responsabile per il distretto produttivo di Fabriano, lancia un forte appello affinché si facciano tutti gli sforzi necessari per porre fine al conflitto in Ucraina, ma anche in Medio Oriente. «La decisione di Putin è l’ennesima dimostrazione di come la guerra determini anche l’economia. Dall’avvio del conflitto abbiamo perso immediatamente il 20% dei mercati. E si sono verificati aumenti per la difficoltà nel reperimento delle materie prime e dei costi dell’energie. Noi come Fiom di Ancona diciamo con forza è necessario fermare immediatamente le guerre. È necessario riattivare i canali diplomatici ed avviare un percorso di pace, anche con l’istituzione di una grande conferenza di pace per salvare le popolazioni coinvolte e per costruire una società diversa che sia basata su un’economia sostenibile», le sue parole.

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