Jesi-Fabriano

«Le province? Sono ancora necessarie». L’intervista a Luigi Cerioni

Il presidente della Provincia di Ancona illustra mansioni e obiettivi del suo ente, anche in ambito Covid, auspicando una riforma al fine di potenziarne il ruolo di "collante" fra le istituzioni regionali

Il presidente della Provincia di Ancona e dell'Ata, Luigi Cerioni

ANCONA – «Le Province sono necessarie. Spero si riesca a rafforzarne il ruolo e la capacità di interlocuzione con le altre istituzioni». Luigi Cerioni non ha alcun dubbio in merito. È presidente della Provincia di Ancona dal 2018 e, nonostante le molteplici difficoltà, continua a credere fermamente in questa istituzione. Oggi, come i Comuni e la Regione, il sindaco di Cupramontana è in prima linea contro il Covid.

Presidente Cerioni, qual è la situazione sul territorio? Vi sono situazioni critiche?
«Nel territorio provinciale il contagio sta aumentando e c’è la preoccupazione relativa alla capacità delle strutture sanitarie di far fronte a questi numeri. Vi sono timori per le attività economiche, per tantissimi settori della vita sociale: ormai ci stiamo rendendo conto che la situazione che stiamo vivendo non sarà una cosa breve. Cercheremo di gestirla. Certo è che bisogna dare risposte alle categorie sociali più esposte, a tutte le attività economiche. Ritengo che, dalle istituzioni regionali, dal Governo e dall’Europa, debbano arrivare risposte celeri e puntuali».

Come si sta muovendo la Provincia per fronteggiare l’emergenza sanitaria?
«La Provincia ha agito tempestivamente per quel che riguarda la sua funzione fondamentale sull’edilizia scolastica. Abbiamo fatto tutti gli interventi per garantire la didattica in presenza in ogni sede scolastica delle scuole superiori di secondo grado della Provincia di Ancona, con investimenti per oltre un milione di euro».

Il presidente della provincia di Ancona, Luigi Cerioni

Le province sono da tempo al centro del dibattito politico. Secondo lei, hanno ancora un senso?
«Assolutamente sì. Le Province sono necessarie perché abbiamo l’esigenza che i territori si parlino e che vengano rappresentati. E questa necessità si è manifestata in maniera quasi clamorosa, con questa emergenza sanitaria. A mio avviso, quello della Provincia è un lavoro di confronto e di rapporto tra i territori e la Regione. Nei giorni scorsi si è aperta un’interlocuzione con il governo regionale, che si è detto pronto ad iniziare un confronto su vari temi e funzioni. Questo lavoro di dialogo e collaborazione trova concordi tutti i presidenti delle cinque Province della regione Marche. Non è un caso che tutte le forze politiche oggi lo abbiano compreso. Oggi si parla di portare nelle Province le funzioni sovracomunali che sono indispensabili come area vasta: quindi, oltre alle funzioni già esistenti, ve ne sono altre che possono essere portate all’interno della Provincia, quali quelle dei rifiuti e del servizio idrico. Stiamo aspettando che il Governo metta mano a tutto il riordino delle autonomie locali. Da anni si parla della Riforma Delrio. Negli anni passati il tema delle Province è stato oggetto della disaffezione della popolazione nei confronti della politica e delle istituzioni pubbliche. Oggi ci si è accorti che la Provincia gestisce le scuole (di secondo grado superiore) e le strade. Spero che in futuro, con la riforma delle autonomie locali, si riesca a rafforzare il ruolo della Provincia e la sua interlocuzione con i Comuni e la Regione».

Quali sono gli obiettivi del suo mandato?
«Valorizzare il ruolo e la funzione della Provincia, questo è sicuramente il primo. Pur con le ristrettezze delle risorse e in un periodo di emergenza sanitaria, ci sono state risposte importanti sulla viabilità e sull’edilizia scolastica. Ringrazio, con l’occasione, anche la struttura operativa della Provincia di Ancona, un organismo solido che ha dimostrato il proprio valore».

Vorrebbe chiedere qualcosa alla Regione e/o al Governo?
«È tempo che si metta mano alla Riforma Delrio, è tempo che la Provincia ritrovi quella funzione importante che ha, che ha avuto e che dovrà avere. Ci sono delle mansioni sovracomunali che possono essere portate in Provincia, ci sono funzioni che con la Regione possono essere organizzate. Le Marche possono trovare veramente nella Provincia un interlocutore efficace nelle azioni di governo, di intervento e di programmazione. La Provincia ricopre, all’interno della Regione, una funzione di area vasta che è da sempre la nostra».

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