Jesi-Fabriano

Jesi, ponte San Carlo: non si escludono rinvenimenti di ordigni bellici

L'amministrazione ha considerato tale ipotesi in vista dell'imminente demolizione e ricostruzione del viadotto, incaricando una ditta specializzata

Il nuovo Ponte San Carlo

JESI – Demolizione e ricostruzione di ponte San Carlo, non si esclude il ritrovamento di ordigni bellici. L’amministrazione si muove in anticipo affidandosi a una ditta specializzata così da poter intervenire tempestivamente con la bonifica.

«Dalle verifiche effettuate non si può escludere il rischio di rinvenimento di ordigni bellici, pertanto la Committenza a
seguito di indagini strumentali sull’area di intervento dovrà, se necessario, attivare la relativa bonifica che dovrà essere rigorosamente effettuata secondo i disposti normativi», si legge nell’approfondimento dei progettisti. La valutazione del rischio inerente la presenza di ordigni bellici inesplosi deve intendersi riferita alle attività di scavo, di qualsiasi profondità e tipologia. Prima della realizzazione delle opere, pertanto, sarà necessario procedere alla rimozione dei pericoli, qualora se ne ravvisi l’esigenza.

Ammonta a circa 8 milioni l’investimento necessario per la demolizione e ricostruzione di Ponte San Carlo. Pressoché ultimate le pratiche burocratiche, l’amministrazione è in procinto di dare il via libera all’individuazione dell’azienda che si occuperà del delicato appalto, un’opera che richiederà quasi un anno e mezzo e obbligherà i residenti del quartiere di Minonna e tutti coloro che dovranno recarsi in zona a percorrere tragitti più lunghi. Esclusa la possibilità di un ponte provvisorio.

L’analisi effettuata sul ponte ha evidenziato uno stato di conservazione piuttosto compromesso causato essenzialmente dalla prolungata esposizione agli agenti atmosferici della struttura portante ed alla mancanza di interventi di manutenzione, che hanno prodotto il diffondersi di estesi fenomeni di ossidazione nelle armature metalliche, che in alcuni casi, in particolare per quanto riguarda le staffe all’intradosso delle travi, ne hanno portato alla rottura. L’analisi sismica complessiva ha altresì evidenziato indicatori di sicurezza piuttosto bassi.

Il cantiere dovrebbe aprire in primavera così da poter sfruttare l’estate per muoversi nell’area del fiume Esino con gli interventi più consistenti.

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