Jesi-Fabriano

Piccoli: «Porto i miei sogni alla Termoforgia»

«Jesi è una città storica per il basket: la guardavo giocare in tv, con Michele Maggioli in campo. Un centro a misura d’uomo come piace a me, una realtà che vive di pallacanestro. Per me questa è una ottima opportunità» dice la guardia ala ex Chieti presentandosi al suo nuovo pubblico.

Il neo aurorino Matteo Piccoli

JESI – «Jesi è una città storica per il basket: la guardavo giocare in tv, con Michele Maggioli in campo. Un centro a misura d’uomo come piace a me, una realtà che vive di pallacanestro. Per me questa è una ottima opportunità». Parola di Matteo Piccoli, classe 1995, guardia ala di 195 cm per 91 kg, cresciuto cestisticamente nella Robur et Fides Varese e reduce da due stagioni alla Proger Chieti, neo arancioblu con la casacca della prossima Termoforgia. «Cercherò di essere utile con le mie armi principali, lotta e determinazione- dice Piccoli- mi metto a disposizione per andare tutti insieme, squadra e tifosi, verso l’obiettivo che scopriremo strada facendo quale sarà».

Di Matteo Piccoli, il direttore sportivo dell’Aurora Federico Ligi dice: «Un giovane in crescita, migliorato anno dopo anno. Nelle due stagioni a Chieti ha dimostrato di meritare quella chiamata, ha fatto bene nella prima e ancora meglio nella scorsa, al di là di quello che è stato il risultato di squadra. Matteo ha grandi margini di miglioramento e ci dà una caratteristica che ci è mancata lo scorso anno: un giocatore che si potesse attaccare all’esterno più forte degli avversari e limitarlo». Soddisfatto l’amministratore unico Altero Lardinelli: «Ragazzo sul quale puntiamo, bravo in difesa e in attacco. Manca ancora un tassello per la squadra, la ciliegina dell’americano che speriamo arrivi presto».

Piccoli racconta: «Sono un ragazzo umile ma pieno di sogni, vivo con entusiasmo, mi piace leggere, informarmi e anche scrivere. Sono un curioso». Su di sé, il neo arancioblu dice: «Non mi piacciono le statistiche e giudicare in base a quelle, è il campo a dover parlare. Sono ancora molto dispiaciuto come è finita lo scorso anno a Chieti con la retrocessione, perché lì ho vissuto due anni belli e importanti e sto ancora soffrendo per il fatto che sia finita in quel modo».

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