Jesi-Fabriano

Picchiato e rapinato in un casolare per un debito di droga

Un 24enne jesino avrebbe preso 100 grammi di hashish per un valore di 500 euro, senza pagarla. Portato in una zona appartata sarebbe stato preso a pugni e calci fino a riportare la frattura di uno zigomo. In quattro ora rischiano il processo per rapina, lesioni aggravate e tentata estorsione

Il tribunale di Ancona
Il tribunale di Ancona

JESI – Non avrebbe pagato il debito per l’acquisto di droga così l’avrebbero portato in un casolare per picchiarlo e rapinarlo. Presunta vittima un 24enne jesino che dopo i fatti si è rivolto ai carabinieri. In quattro adesso rischiano il processo per rapina, lesioni aggravate e tentata estorsione. «Se non ci ridai i soldi ti riempiamo di botte», «Ti spariamo alle gambe e ti ammazziamo». Era questo il tenore dei messaggi che quattro giovani, originari della città di Federico II, tra i 22 e i 25 anni, hanno rivolto al 24enne. I fatti risalgono al 21 febbraio del 2015.

Il 24enne sarebbe stato portato in un casolare tra Jesi e Belvedere, a bordo di un’auto di uno dei quattro. Qui sarebbe stato picchiato con pugni e calci, riportando la frattura di uno zigomo e una prognosi di 30 giorni. Pochi mesi prima, d’estate, la presunta vittima aveva avuto 100 grammi di hashish da uno del gruppetto per un valore di 500 euro ma avrebbe pagato la droga. Così la decisione di metterlo alle strette minacciandolo e picchiandolo. Portato nel casolare i quattro si sarebbero impossessati del cellulare della madre del 24enne, che aveva con sé, e di altri oggetti personali. «Paga il conto o non li riavrai», avrebbero detto i quattro al giovane.

Adesso il gruppetto rischia il processo. Ad uno di loro è stato contestato anche lo spaccio di stupefacente, per aver ceduto la droga. Oggi, al tribunale di Ancona, era prevista l’udienza preliminare ma è stata rinviata all’11 giugno 2018 per impedimento del giudice. Gli imputati sono difesi, due dall’avvocato Moreno Giaccaglia, uno dall’avvocato Silvia Paoletti dello studio Magistrelli e uno dall’avvocato Mirco Piersanti.

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