Jesi-Fabriano

Jesi, al via la petizione dei contrari allo spostamento della fontana dei Leoni

Già diverse le adesioni raccolte fra quanti si schierano a favore del mantenimento in piazza Federico II del monumento, ignorando volontà e soldi di Cassio Morosetti

Il sindaco Massimo Bacci, Cassio Morosetti e l'assessore Marialuisa Quaglieri

JESI – Sono già più di cinquanta le adesioni alla petizione “SI alla fontana in Piazza Federico II”, lanciata dall’ex assessore alla cultura Leonardo Lasca sulla piattaforma “change.org”. Il lascito testamentario di Cassio Morosetti ha attivato, come preventivabile, un ampio dibattito in città. L’amministrazione ha lanciato una campagna di comunicazione per far conoscere il compianto fumettista, che ha appunto donato 2 milioni di euro per spostare il monumento davanti al teatro Pergolesi.

«Si alla fontana in piazza Federico II – si legge nel testo della petizione -. Perché la nostalgia non è una categoria urbanistica. Perché Piazza Federico II da 70anni ha una sua identità. Perché il Teatro Pergolesi deve essere valorizzato e non oscurato da un monumento. Perché Piazza della Repubblica deve trovare una sua valorizzazione in un progetto nuovo. Perché un errore fatto nel 1949 non può essere rimediato con un altro errore. Perché una nostalgia vale come un’altra nostalgia e nessuna nostalgia ha un prezzo. Perché prima di riprogettare due spazi pubblici la priorità è quella di aiutare persone fragili, prima dei lavori pubblici viene la solidarietà umana. Perché una città si ricostruisce sempre, non è mai una realtà statica e non ha né inizio né fine».

La città si divide sulla questione. La giunta Bacci non vede negativamente il trasloco della fontana, a differenza ad esempio di alcuni esponenti di opposizione. Di sicuro, bisogna decidere in fretta. La volontà di Morosetti è chiara: la scultura deve essere posizionata nel posto da lui indicato entro la metà di luglio 2021. Altrimenti, i soldi andranno in beneficenza. Sarebbero Caritas, Pane Quotidiano di Milano e Lega del Filo d’Oro le tre realtà del terzo settore fra le quali andranno divisi in parti eguali i due milioni di euro.

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