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Alla jesina Perla Sardella il Premio Valeria Solesin 2018

La giovane regista ha ottenuto il prestigioso riconoscimento della Commissione per le Pari Opportunità tra uomo e donna della Regione Marche

Perla Sardella
La jesina Perla Sardella
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JESI – La jesina Perla Sardella vince il Premio Valeria Solesin 2018 della Commissione per le Pari Opportunità tra uomo e donna della Regione Marche.

Perla Sardella

Con il soggetto audiovisivo “Tre figlie” la giovane regista, studentessa all’Accademia di Belle Arti di Brera, ha ottenuto il riconoscimento con la motivazione: «Il soggetto fornisce una lettura di genere intergenerazionale. L’autrice ha saputo utilizzare il repertorio epistolare e il materiale di immagini “a gestione tipicamente maschile”, come gli home movies in maniera proattiva, mostrando la presenza femminile come soggetto e non solo come oggetto di ripresa. Ha saputo inoltre sviluppare una significativa narrazione attraverso 70 anni di storia al femminile, rilevando come l’uomo sia il grande assente e il grande desiderato».

Perla, ci racconti questo soggetto?
«Il soggetto è scritto per la realizzazione di un film medio-metraggio. Avevo acquistato tempo fa delle lettere scritte da una coppia di amanti alla fine degli anni ’40: di Torino lei, di Messina lui, in sette anni di relazione si sono visti due volte. Quel che emerge e che mi ha colpito, è stata l’emancipazione di lei che all’epoca faceva politica e andava a vedere le partite di calcio allo stadio, e l’atteggiamento possessivo di lui nei confronti dell’amata. Da qui ho romanzato una storia da cui è nato il soggetto che ha partecipato al premio».

Nell’elaborato hai aggiunto altre figure femminili, “Tre figlie” sono una adolescente, sua madre e sua nonna.
«Sì, la protagonista è un’adolescente che vive in una famiglia in cui non ci sono uomini. Trova le lettere della bisnonna, quelle degli amanti di Torino e Messina, e comprende che la mancata adesione delle donne all’aspettativa sociale dei rispettivi compagni che ha sempre fugato i padri nella sua famiglia, una maledizione che non è più intenzionata a subire».

Il soggetto è scritto per la realizzazione di un medio-metraggio, che utilizzerebbe materiali d’epoca?
«Sì, vi andrebbero affiancate le classiche immagini in 8 e super 8, i filmini familiari di una volta. Hanno una caratteristica importante: il punto di vista è strettamente maschile, perché a realizzarlo sono sempre stati i padri, i mariti».

Ancora non si conosce la data della premiazione, la Commissione Pari Opportunità nell’ambito del Premio Valeria Solesin ha fatto due menzioni speciali per il soggetto “Lapidarie” presentato da Mariachiara Peruzzini e al soggetto “La Barbaresca” presentato da Giulia Di Battista.

 


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