Jesi-Fabriano

Jesi e la pavimentazione di Piazza Pergolesi e Corso: «Né modifiche né dubbi. Danni da skate e petardi»

Le risposte a critiche e rilievi dell'assessore Roberto Renzi: «Nessun difetto o ingiallimento, quelli che abbiamo piuttosto dovuto riscontrare di già sono danneggiamenti dovuti ad una frequenza non appropriata»

JESI – «Nessun difetto o ingiallimento, quella della pietra di piazza Pergolesi è una precisa caratteristica. Quanto ad abrasioni e problematiche superficiali, quelli che abbiamo piuttosto dovuto riscontrare di già sono danneggiamenti dovuti ad una frequenza non proprio appropriata, ad esempio con gli skateboard o a fiammate da esplosione di petardi». Così l’assessore ai lavori pubblici di Jesi Roberto Renzi: in consiglio, in seguito all’interpellanza di Emanuela Marguccio (Pd) e all’interrogazione di Samuele Animali (Jesi in Comune), è della pavimentazione di piazza Pergolesi e in futuro di Corso Matteotti che si torna a parlare.

«Non c’è nessun problema di modifiche da fare rispetto a quanto concordato con la Sovrintendenza e gli esperti e non ci sono dubbi di inadeguatezza del materiale» ha precisato l’assessore.

Da un lato l’indice puntato da molti, fra i quali l’ex sindaco Vittorio Massaccesi, sulla colorazione assunta dalla nuova piazza dedicata al compositore, dall’altro l’intervento di esperti come l’architetto Sergio Morgante sulle dimensioni delle lastre scelte per rifare lo spazio urbano davanti al Santuario delle Grazie e prossimamente l’intero centro città. «Vanno rispettate le opinioni tutti – ha detto Renzi – ma quando diventano critiche all’operato di altri, è ben diverso. Sostenere che si tratti di errori mette in discussione l’operato non solo dei progettisti ma anche della commissione che ha operato per il concorso pubblico relativamente alle scelte. Prima di parlare di errori, bisognerebbe rispettare le valutazioni di altri, altrettanto esperti di chi è intervenuto».

Lo stato della pavimentazione in alcuni punti di Piazza Pergolesi indicati da Vittorio Massaccesi

Su dimensione e spessore delle lastre della pavimentazione, Renzi spiega: «La lastra, invece che il blocchetto, è una scelta fondamentale. Si passa dal blocchetto alla lastra quando si passa da una strada abituata al transito di mezzi di ogni genere alla pavimentazione di uno spazio pedonale, da vivere a piedi. D’altro canto, parliamo del cosiddetto “salotto buono”. La scelta è precisa, significa che nel futuro corso e piazze vedranno il transito di mezzi solo per eventi eccezionali». Prosegue l’assessore: «È vero, come scritto da Morgante, che lo spessore delle lastre è maggiore in città come Firenze. Ma perché poi al di sotto non sono presenti sottofondi, si trova la terra: questa era l’abitudine per le costruzioni stradali dei centri storici toscani e fiorentini in particolare. Ma oggi sono cambiate le situazioni e si realizzano pavimentazioni con sottofondi in calcestruzzo, che crea magari maggiori problemi per gli interventi successivi ma rappresenta una ossatura importante e fondamentale».

Il cantiere su Corso Matteotti

A Marguccio, che aveva fatto presente che «il rapido ingiallimento della pavimentazione riscontrato in Piazza Pergolesi non ha prodotto sfumature, ma un vistoso cambio di colore in intere lastre di grandi dimensioni, alcune delle quali mostrano anche i primi segni di erosione», Renzi è tornato a ribadire: «La pietra è stata scelta di concerto con tutti. La sua caratteristica naturale è quella di un “particolare colore giallo ocra che tende al terra bruciata e infine ci sorprende col cenere fino alle venature più brune”. Viene considerata una delle più importanti pietre naturali per le pavimentazioni dei centri storici. Si tratta di arenaria, prodotta da sedimentazioni della sabbia, che ha quella colorazione. È presente sul nostro territorio e per questo è stata richiesta dalla Soprintendenza. Non essendo disponibile qui nei quantitativi necessari, è stata scelta una pietra della Basilicata, detta anche “pietra di Matera”».

Non sarebbe stata questa la prima scelta dei progettisti, ha confermato Renzi. «Il progetto originario prevedeva una pietra di Trani, pugliese. Una pietra bianca che la Sovrintendenza ha considerato del tutto avulsa dalla nostra zona e rigettata come ipotesi».

Quanto all’aspetto di piazza Pergolesi: «La variazione di colore in lastre di notevoli dimensioni viene messa in evidenza rispetto ad altre pavimentazioni in conci o cubetti come nelle altre zone del centro. La nostra vecchia pietra già presente, logorata dal tempo, ha reso la pavimentazione più omogenea per l’effetto di polvere e intemperie e lucidata dal transito. Penso che qualcuno possa considerarla non piacevole ma non si può dire che sia difettosa, stia ingiallendo o cambi colore. Quella è la colorazione naturale nel tempo».

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