Jesi-Fabriano

La paura della guerra: come e perché occorre parlarne con i ragazzi. Dieci consigli utili

Arriverà la guerra anche da noi? Siamo minacciati da una terza guerra mondiale? Chiedono i ragazzi. L'importanza del dialogo nelle parole della mental coach Roberta Cesaroni

genitore, figlia
(Foto da Pixabay, di Mabel/Amber)

Non appena il peggio della pandemia da coronavirus sembra essere passato, ci troviamo a dover affrontare nuove preoccupazioni. La guerra in Ucraina, che sentiamo praticamente alle porte di casa nostra, ci fa paura. Immagini inquietanti e notizie terribili ci raggiungono quasi ogni minuto. Arriverà la guerra anche da noi? Chiedono i ragazzi. Siamo minacciati da una terza guerra mondiale? Molti si sentono impotenti e in balia degli eventi. La tristezza si mescola alla rabbia, l’insicurezza causa sentimenti di impotenza. Avere paura in una situazione del genere è del tutto normale. Quale pericolo è reale e cosa invece è una fake news?

La spensieratezza dei bambini/e, dopo esser stata messa a dura prova dalla pandemia da Covid-19, viene messa ancora una volta alle strette. La paura della guerra degli adulti può diventare un problema per tutta la famiglia. I bambini  e gli adolescenti colgono frammenti di conversazione anche quando sembrano assorti nel gioco e percepiscono quando i genitori sono in ansia.

Roberta Cesaroni, life e mental coach

Un sondaggio che ha intervistato 7.367 giovani europei di età compresa tra 18 e 38 anni, tra Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Spagna, Polonia e Romania dice che oltre due terzi di questi giovani ha timore per la guerra. (I risultati del sondaggio sono contenuti in un rapporto intitolato Builders of Progress: Europe’s NextGen “The Ukraine War Through the Eyes of Youth”, redatto da ThinkYoung e Foundation for european progressive studies (Feps).

Le guerre, soprattutto quelle combattute sul campo con bombe, carri armati, missili, pensavamo fosse un qualcosa del passato, pensavamo di studiarle sui libri di storia come eventi lontani nel tempo e invece esiste ancora vicino a noi. Bambini, bambine e adolescenti stanno assorbendo in maniera preoccupante questo clima di angoscia continua, che ormai si protrae da più di due anni e tale stress ne mette a rischio il benessere psicologico, non solo a breve ma anche a lungo termine.

Vedere continuamente le immagini di moltissimi bambini/e e ragazzi/e, mamme sole, in una situazione di dolore e sofferenza, inevitabilmente ci porta a preoccuparci. 

Il dovere di ciascun genitore, ma anche di insegnanti ed educatori, quali figure di riferimento, è quello di rassicurare i bambini/e e gli adolescenti attraverso una sincera comunicazione, tenendo sempre in considerazione la necessità di adeguare il messaggio ai più piccoli/e filtrando i contenuti più sensibili e le relative informazioni. 

Il dialogo deve essere semplice, chiaro e deve poter fornire a bambini/e e adolescenti tutti gli strumenti utili per comprendere questi grandi avvenimenti di attualità. 

Ciò che serve è mantenere l’attenzione sul presente, parlando dell’esistenza della guerra e di un popolo in pericolo ma al tempo stesso rassicurando i più piccoli di trovarsi in una zona sicura, lontana dal conflitto dove poter vivere ancora momenti di gioco e di benessere. Gli adulti hanno sì il compito di confortare i bambini/e turbati da ciò che vedono e sentono quotidianamente rendendo loro consapevoli di ciò che accade nel mondo, ma anche di ritrovare un po’ di quella serenità perduta focalizzando l’attenzione non tanto sulle azioni cruente della guerra e sulle forti immagini trasmesse in televisione e sui social, ma sui vari tentativi di mediazione e solidarietà che la comunità internazionale si impegna a promuovere al fine di riportare la pace

Tenere i bambini  e gli adolescenti completamente all’oscuro della guerra non è realistico né utile. Se i bambini e gli adolescenti fanno domande di propria iniziativa, i genitori e le persone di riferimento devono spiegare con parole adatte. I genitori devono trasmettere calma e sicurezza. Senza scatenare il panico, è giusto ammettere di aver paura della guerra.

Per contrastare la paura della guerra e non assistere inermi, molte persone sentono il bisogno di fare qualcosa di concreto, in molte città si stanno raccogliendo generi di soccorso per sostenere le persone in Ucraina e quelle che fuggono.

Utilizzate il vostro tempo «libero» per distrarvi e fare qualcosa di bello con i vostri figli: leggere un libro appassionante, fare sport, fare una passeggiata in mezzo alla natura. Anche una gita insieme in montagna, allo zoo o in un museo puo’ aiutare le famiglie a distrarsi portando la guerra in secondo piano.

I bambini più piccoli non sono ancora in grado di elaborare autonomamente i fatti e possono essere molto condizionati dalla reazione emotiva degli adulti che li circondano: un genitore spaventato trasmetterà più probabilmente la propria paura al figlio. Di fronte a qualcosa di nuovo e non conosciuto, i bambini osservano gli adulti per cercare di capire cosa pensare, come comportarsi e come reagire di fronte ad eventi improvvisi e sconvolgenti, come una guerra.

Gli adolescenti, invece, avendo acquisito competenze cognitive ed emozionali utili ad affrontare eventi tragici e violenti e vivendo in una fase di forte individualizzazione possono sentirsi coinvolti nelle vicende umane e politiche relative a una guerra. Questo potrebbe accrescere in loro il desiderio di prendere una posizione a riguardo, di discuterne e parlarne con i coetanei, ma anche con gli adulti di riferimento.

10 CONSIGLI UTILI:

  1. Parla con tuo figlio/a delle tue preoccupazioni e paure. Mostra che non sono soli in questo. Fallo durante una passeggiata, è sicuramente meglio.
  2. Aiuta i tuoi figli a dare dei nomi ai propri sentimenti, alle proprie emozioni e paure
  3. Prendi sul serio le paure di tuo  figlio/a, non sminuire le emozioni e parla il suo linguaggio
  4. Chiedi la loro opinione: può essere utile per spiegare eventuali convinzioni limitanti
  5. Rispetta il desiderio di tuo figlio/a di non parlare di questi temi
  6. Ricorda ai tuoi figli che possono controllare l’esposizione a qualcosa che li disturba: si possono chiudere gli occhi o spegnere la tv se un’immagine è troppo forte e fa paura, fallo anche tu.
  7. Fai qualcosa di positivo in questa situazione in cui si sentono così tante notizie negative può essere di supporto. Non deve trattarsi necessariamente di qualcosa correlato all’Ucraina. Puoi fare qualcosa insieme ai tuoi figli dando un contributo agli altri
  8. Fai comprendere ai tuoi figli che è giusto ridere, essere felici e dimenticare la guerra per un po’. Con la disciplina e la routine li aiuti a mantenere la normalità e a tenere sotto controllo i sentimenti negativi. 
  9. Fai attenzione a ciò che dici in famiglia o con gli amici: spesso non ci si rende conto di quanto certe affermazioni per te  banali, possano influenzare il pensiero dei bambino o dei ragazzi (per esempio, “che fine faremo”)
  10. Se hai un figlio/a adolescente suggerisci di scrivere su un foglio il dolore e la paura che prova, se hai dei bambini esprimere la paura della guerra disegnando è molto utile

Roberta Cesaroni
(cell. 345.1408208)
Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni Life Mental Coach – Coach Adolescenziale Spa&Wellness Coach Manager

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