Jesi-Fabriano

Pasqua: l’invito ai giovani nel messaggio del vescovo, monsignor Francesco Massara

«Cari giovani, in questo tempo così difficile, segnato da avvenimenti drammatici e dalla violenza della guerra, è importante allora non lasciarsi rubare il sogno di un futuro possibile e di un mondo nuovo»

Il nuovo vescovo di Fabriano-Matelica, Francesco Massara

FABRIANO – Si rivolge ai giovani il messaggio di Pasqua del vescovo della diocesi di Fabriano Camerino, mons. Francesco Massara. «Cari giovani, in questo tempo così difficile, segnato da avvenimenti drammatici e dalla violenza della guerra che costringe tanti a scappare con ogni mezzo da luoghi segnati dalla morte e in cui è negata la libertà, è importante allora non lasciarsi rubare il sogno di un futuro possibile e di un mondo nuovo. Non lasciatevi intrappolare dalle reti dell’individualismo, dell’indifferenza e dell’egoismo, ma alzatevi, risvegliatevi e andate incontro agli altri con l’entusiasmo che vi contraddistingue», un passaggio del messaggio pasquale. Massara invita i giovani che parteciperanno alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona quest’estate, a saper «accogliere la Vita portata nel mondo da Cristo Risorto, che ieri come oggi, è qui per dirvi che, di fronte a chi decide di “amare”, non c’è morte che tenga. E in un mondo che non racconta più la speranza, siate capaci di seminare nella storia attraverso la vostra testimonianza gesti di vita efficaci e gioiosi per offrire il vostro contributo a far germogliare il seme nuovo di quella speranza che caratterizza la vostra naturale apertura alla verità, alla giustizia, alla solidarietà, alla pace», conclude.

Il messaggio

«Fare Pasqua significa per prima cosa celebrare un rito; infatti non possiamo prepararci alla Pasqua pensando di poter fare a meno di quei riti a cui Cristo ha legato la sua grazia e il frutto della sua Pasqua. Eppure, possiamo fare tutto ciò anche senza “fare Pasqua”, cioè possiamo partecipare ad un rito anche senza viverlo e senza lasciarcene trasformare. Cosa si richiede allora per “fare Pasqua” in verità? Ci è richiesto di compiere un “passaggio”, non tanto un movimento da un posto all’altro, bensì un passaggio da un modo di vivere ad un altro. Il Vangelo ha una parola per esprimere tutto ciò ed è quella con cui abbiamo iniziato la nostra Quaresima: conversione. Questo passaggio – che è conversione, cioè ritorno verso noi stessi – è un metterci in cammino dall’io a Dio, dal peccato alla grazia, da me agli altri, dall’egoismo alla condivisione». Il vescovo di Fabriano-Matelica ricorda l’Amore di Gesù Cristo per tutti. «Se entreremo in questa prospettiva coraggiosa, mettendoci in stato di decisione e di conversione davanti a Dio, noi faremo davvero la Pasqua con Cristo. I riti non saranno più solo riti, ma diventeranno realtà viventi, segni e fonti di grazia e ci verrà da esclamare: “È la Pasqua del Signore!”. Anche a noi il “Maestro e Signore”, dice: “farò la Pasqua da te”; ma affinché ciò accada, siamo chiamati a fare della nostra vita una stanza dove il Signore possa sedersi a mensa con noi e donarsi. Chiede a ciascuno di noi qualcosa di molto semplice, ma allo stesso tempo di molto costoso perché ci sta chiedendo accoglienza. Ci manda a dire se siamo disponibili ad offrirgli ospitalità in “casa”, cioè nella nostra vita, accoglienza nella stanza del nostro cuore. E non importa quanto sia grande o in ordine la nostra casa, non importa nemmeno se ne siamo degni, se ne siamo o meno pronti. Poco importa se è una stanza buia o sporca, o se non l’abbiamo addobbata come sarebbe convenuto». Perché «ciò che conta è la volontà ed il desiderio di fargli spazio perché questa casa – la nostra vita – seppur piena di crepe e scalcinata, diventi Cenacolo, luogo del Suo dono, luogo della Sua presenza, piccola Chiesa perché Dio abita dove lo facciamo entrare. È solo accogliendo il dono della Pasqua, ossia il dono di un’immensa Vita che si riversa sulle nostre fragili esistenze con il gusto dell’incontro, dell’amicizia e della condivisione, che tutti possiamo diventare portatori di uno sguardo nuovo sul mondo, che finalmente risulti capace di riconoscere e attestare i vari segnali di novità presenti nella storia che è stata redenta dall’Amore Crocifisso». La Pasqua «è il segno autentico della Vita nuova, è la primavera dell’esistenza. Quindi per “fare Pasqua”, bisogna mettersi in moto, andare a cercare la vita, la pace, la bellezza. Bisogna anche lasciarsi stupire dall’impensabile, dall’inatteso, dal sorprendente e riconoscere che era tutto ciò che nel profondo sognavi. A tutti il mio più sincero augurio di una santa Pasqua, accompagnato dalla preghiera che offrirò al Signore per la pace del mondo e per le necessità che ognuno porta nel suo cuore», conclude mons. Massara.

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