Jesi-Fabriano

Jesi, la partecipazione infiamma lo scontro politico

Le forze di governo in consiglio comunale hanno sospeso l'entrata in funzione dei comitati ideati dalla precedente amministrazione. Esplode la polemica

JESI – Stop ai comitati di quartiere ideati dalla precedente amministrazione. Questo ha stabilito la nuova maggioranza in consiglio comunale. Una questione che ha alimentato un acceso dibattito di oltre due ore fra forze di governo e minoranza.

«Quello che abbiamo portato in consiglio comunale – spiega il movimento Jesi in Comune – è la sospensione dell’efficacia del regolamento sugli istituti di partecipazione che riguarda i comitati di quartiere.Un regolamento che non è ancora entrato in vigore: è stato approvato dalla precedente amministrazione, che ha governato per 10 anni, giusto giusto due mesi prima delle elezioni. Ovviamente non c’è mai stato un percorso di partecipazione condiviso.La nostra oggi in consiglio è stata una scelta politica chiara: intendiamo e vogliamo praticare la partecipazione in modo del tutto diverso da chi ci ha preceduto. A partire dal metodo, appunto, e dalla necessità di coinvolgere nella stesura del futuro regolamento chi poi ne sarà protagonista.Per questo motivo la delibera in questione non ha la presunzione di regolamentare sin da subito i nuovi e costituendi organismi di partecipazione solo sulla base della volontà e della proposta della maggioranza. E’ quanto fatto in passato e non ci trova d’accordo: lo scorso marzo, infatti, abbiamo criticato quella scelta e oggi accogliamo con favore la sospensione dell’entrata in vigore.A settembre saremo subito al lavoro e metteremo in campo un largo iter partecipativo che ci conduca, insieme a tutti coloro che vorranno dare il loro contributo, all’approvazione di un nuovo regolamento sui comitati di quartiere.Quel regolamento non aveva convinto noi ma neppure alcuni componenti elle esperienze territoriali, nate spontaneamente, che avevano avanzato alla precedente amministrazione proposte di modifica mai accolte. alla faccia della partecipazione, appunto. La promessa è quella di dotare la nostra città di strumenti di partecipazione il più rappresentativi possibile e che facciano del confronto con l’assemblea cittadina (e non con l’amministrazione comunale di turno) il loro punto forte. Valutare, pensare, elaborare e condividere prima di fare».

Di tutt’altro parere l’opposizione: «Sospendere o meglio revocare un regolamento comunale legittimamente approvato senza darne una motivazione, se non dire “non ci piace” senza che questo abbia mosso i primi passi, e quindi senza poterne nemmeno valutarne la valenza, è un segnale pericoloso per la democrazia perché lo si elimina soltanto perché proveniente da una forza politica con diversa ideologia – le considerazioni di Nicola Filonzi di Jesiamo -. Non se ne riconosce il percorso né i contenuti. Una scelta estrema ed imposta, senza se e senza ma, senza rispetto verso quei cittadini che quel regolamento lo avevano condiviso e democraticamente ottenuto: le posizioni estreme del “così e basta” mal si conciliano con la democrazia e la nostra storia».

Ci stiamo movendo nell’ampliamento dell’efficacia di tutti gli istituti di partecipazione e non intendiamo cancellare nulla di quanto utile fatto in passato, la sospensione votata ieri non è altro che la espressione della nostra volontà di dare voce alla città in tutte le sue rappresentanze e dare attuazione a quanto abbiamo sostenuto in campagna elettorale.

«La strumentalizzazione, anche mediatica offerta dall’ opposizione, non ci appartiene – la replica del Pd -. In Consiglio Comunale il Capogruppo ed i Consiglieri del Partito Democratico come tutti i Consiglieri di maggioranza hanno sostenuto la necessità di valorizzare ulteriormente i comitati di quartiere favorendone la costituzione anche in zone significative della città in cui non sono presenti, quindi non possono esserci fraintendimenti sul punto rispetto a questa nostra volontà.La sospensione della pratica si è resa necessaria per democratizzare in maniera più esaustiva tutto il percorso da cui non ci si può esimere, nel rispetto del concetto di rappresentanza. Prenderemo tutto il tempo necessario per portare a compimento il nostro impegno di dotare Jesi al più presto di questo importante strumento di partecipazione».

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