Jesi-Fabriano

Pandemia, in famiglia tra paura e spaesamento. Ecco 5 consigli per aiutare i nostri figli

Stiamo vivendo un secondo lockdown, ma mentre a marzo quello che vivevamo era angoscia, ora ci sono emozioni diverse. Il punto con Roberta Cesaroni, mental coach e coach adolescenziale

Stiamo vivendo un secondo lockdown, ma mentre a marzo quello che vivevamo era angoscia, ora viviamo lo spaesamento.
L’angoscia non è la paura. La paura è un ottimo meccanismo di difesa: vedo il fuoco e scappo, si ha come oggetto qualcosa di determinato. L’angoscia non ha qualcosa di nitido davanti a sé.

Durante la prima crisi, l’angoscia per la minaccia costituita dal rischio del contagio — chiunque poteva infettare chiunque — ha generato angoscia e consentito, per reazione, una disciplina generalizzata. Oggi invece, dopo il rilassamento estivo, la stanchezza di essere confinati e una imprevedibile sorta di superficialità nel considerare il pericolo ci hanno fatto ripiombare nell’incubo. Questo ha portato ad uno spaesamento, cosa dobbiamo fare, come ci dobbiamo comportare…abbiamo perduto la serenità del nostro vivere.

Roberta Cesaroni, life e mental coach

Lo spaesamento e il distanziamento sociale sono condizioni psicologiche abbastanza pericolose per noi adulti e soprattutto per i nostri figli. Noi siamo lo specchio parlante dei nostri figli.
Aristotele diceva “Se uno entra in una comunità e pensa di poter fare a meno degli altri o è bestia o è Dio”.

Cosa possiamo fare noi genitori per supportare i nostri figli in questo momento delicato?
I bambini sanno molto più di quello che genitori dicono e vorrebbero dire loro. I bambini colgono i nostri sentimenti, le nostre preoccupazioni, gli argomenti che cerchiamo di celare loro e di dirci in modo criptato, ci ascoltano e si rendono partecipi, pur stando in silenzio.

Parlate in modo diretto
Meglio parlare con loro in modo diretto, e coinvolgerli nei discorsi che possono comprendere.

Dite sempre la verità
Ascoltate le loro domande, rispondete con sincerità e chiarezza.
C’è qualcosa che vuoi chiedermi qualcosa che non hai capito? Se ve la sentite chiedete direttamente al bambino come si sente (cosa pensi tu? Che cosa provi? Sai anche io ho un po’ paura ma so che presto tutto si sistemerà). Mettiamo in gioco le nostre emozioni, comunichiamo loro che anche a noi questa situazione preoccupa ma che siamo fiduciosi che
presto tornerà tutto come prima, perché ci sono persone importanti, medici, scienziati che lavorano per trovare la soluzione per sconfiggere questo virus.

Fate conoscere perfettamente le misure di prevenzione
Come lavarsi accuratamente le mani, mantenere la distanza di almeno un metro dalle persone; tossire e starnutire nell’incavo del braccio; soffiarsi bene il naso con fazzoletti monouso e poi gettarli via, non toccarsi bocca naso e occhi con le mani.
A volte i bambini chiedono perché le persone muoiono.
Semplicemente rispondete e dite la verità. I bambini acquisiscono
la nozione dell’irreversibilità della morte verso i nove anni; già dalla primissima infanzia hanno esperienza ravvicinata con la morte, le foglie che cadono, i fiori appassiti, gli animali domestici. È giusto parlarne e anche in questo caso spiegare loro la verità in modo semplice e chiaro, senza dilungarsi troppo, senza giri di parole…

Condividete gli aspetti positivi di questo momento
Condividete il senso di libertà derivato dal sentirsi in vacanza, poter stare a casa, giocare di più con i genitori, stare di più a letto, fare colazione, dedicarsi ai più piccoli lavoretti insieme, preparare una torta in casa.

E poi coccole, abbracci, baci e carezze. Queste non devono mai mancare. Proprio mai.

Roberta Cesaroni
(cell. 345.1408208)
Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni Life Mental Coach – Coach Adolescenziale Spa&Wellness Coach Manager

Ti potrebbero interessare