Jesi-Fabriano

Omicidio di Jesi: «Ho sentito urlare e chiedere disperatamente aiuto», lo strazio e la paura dei vicini – VIDEO

Choc nel quartiere cittadino dell'ex Smia, dove all'alba si è consumato l'assassinio di Fiorella Scarponi. Grave il marito Italo Giuliani. Ecco il racconto drammatico dei vicini

Carabinieri e medici legali intervenuti sul posto

JESI – «Erano circa le 5,30, ho sentito un rumore come di qualcosa di metallico. Mi sono subito alzata e mi sono affacciata al balcone perché abito nella palazzina proprio di fronte. Ho sentito delle urla disperate: “Non mi toccare, lasciami stare, non mi toccare”. Ho pensato a una molestia sessuale». Sono le prime parole di una residente in via Saveri, svegliata come tanti altri abitanti del popoloso quartiere ex-Smia di Jesi, dalle grida di terrore di Fiorella Scarponi e Italo Giuliani, aggrediti stamattina da un giovane entrato nella loro abitazione al pianterreno dopo aver infranto un vetro.

Sembra che il ragazzo, residente nello stesso quartiere, abbia iniziato a prendere a pugni la serranda abbassata e chiedeva di farlo entrare in casa, a quel punto Italo e Fiorella, svegliati di soprassalto, sono andati a controllare cosa stesse accadendo, hanno tirato su la serranda forse senza rendersi conto che quell’esagitato era già penetrato nelle pertinenze del condominio. Con un pugno ha infranto il vetro di una finestra ed è entrato in casa.
«Sono usciti tutti fuori a vedere…», continua il racconto della vicina. «Ho il cuore molto rammaricato, lei ha continuato a chiedere aiuto anche dopo l’arrivo dei Carabinieri, loro le dicevano di stare calma ma lei continuava a chiamare aiuto. Non so che è successo, se è morta per le botte o non le ha retto il cuore, quando hanno portato via Italo sembrava morto».

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Giuliani, che all’arrivo dei sanitari non era cosciente, è stato portato al pronto soccorso di Torrette, si è ripreso durante il trasferimento in ospedale. Non c’è stato nulla da fare purtroppo per la consorte. La salma è stata trasferita all’istituto di medicina legale di Torrette, dove nelle prossime ore sarà sottoposta a un’autopsia.

«È incredibile, abito qui davanti ma non mi sono accorto di nulla, ho capito che era successo qualcosa di grave solo quando ho visto tutte quelle ambulanze e i carabinieri», dice un altro residente, accorso a vedere cosa stesse accadendo.
«Sarà stato un raptus?», chiede Roberto La Nave, che abita nel quartiere. «Italo e Fiorella sono una coppia normale, ben voluti qui. Invece chi li ha aggrediti non è conosciuto, mi hanno detto che viveva con la madre e talvolta era seguito da un’assistente sociale, ma non saprei».
«Abito qui di fronte», aggiunge Giorgio Ionna. «Sono molto dispiaciuto, Italo è un’istituzione. Poveretta Fiorella, una morte così… In questo quartiere ogni tanto accade qualche fattaccio, tempo fa una donna era stata rapinata in casa. Ma un fatto così è assurdo».

La salma della vittima portata all’obitorio

Altri residenti ricordano che già lo scorso anno il 25enne responsabile del terribile fatto, si era introdotto all’interno di un’altra palazzina del quartiere con in mano una spranga di ferro. Urlava che quella palazzina era la sua e che tutti dovevano uscire. Era stato bloccato dalle forze dell’ordine che lo avevano calmato, disarmato e riportato a casa.
«Era un ragazzo con problemi, forse seguito da qualche specialista – dice un altro vicino -, aveva già creato disordine, ma non capisco come mai fosse libero di uscire senza alcun controllo».