Jesi-Fabriano

Omicidio a Fabriano: il racconto dei familiari dell’uomo ucciso, le tesi della difesa

Il Sindaco, Daniela Ghergo: «L’episodio di sangue è una tragedia dolorosa per la nostra comunità cittadina. La vittima e la sua presunta omicida non risultavano essere persone note per problemi pregressi o seguite dai servizi sociali cittadini»

La palazzina dove si è consumato l'omicidio

FABRIANO – «Nostro fratello per la sua generosità e bontà ha trovato un epilogo alla sua vita che non meritava». Queste le parole di Rita e Terenzio, riferite dall’avvocato di famiglia Angelo Franceschetti, fratelli di Fausto Baldoni, l’operaio 60enne residente a Fabriano, ucciso nella giornata di ieri nella sua abitazione. La maggior indiziata dell’omicidio è la convivente Alessandra Galea, di 51 anni, fabrianese, che si trova in stato di fermo, con l’accusa di omicidio volontario, nel carcere femminile di villa Fastiggi a Pesaro. «Non c’era nessuna intenzione di ucciderlo. Si è solo difesa», le parole dell’avvocato Franco Libori, del foro di Perugia, che difende la Galea.

Fausto Baldoni

Il racconto dei familiari

«Il cadavere è stato rinvenuto alle 20, ma la famiglia crede che il decesso sia avvenuto in realtà prima, forse sabato mattina», prosegue l’avvocato Franceschetti. «Infatti, Fausto era atteso a un pranzo dalla sorella Rita. Quest’ultima non vedendolo arrivare e sapendo che il fratello era sempre puntuale, ha provato a chiamarlo. Ma il cellulare squillava e nessuno rispondeva. Si è preoccupata, ma non allarmata. È tornata a Fabriano e si è recata a casa di Fausto, ma ancora nessuna risposta. Una pattuglia dei carabinieri passava in zona via Castelli per un altro servizio, l’ha fermata ed ha chiesto aiuto». Da lì, l’arrivo dei vigili del fuoco che hanno forzato la porta d’ingresso e, poi, la scoperta del cadavere dell’uomo, nella stanza da letto. «Tra Fausto e la compagna vi erano molti problemi. Più volte, l’uomo ha confidato ai familiari di temere per la propria vita, tanto da aver fatto sparire tutti i coltelli. Temeva anche di essere avvelenato e spesso viveva chiuso in una stanza, quando lei era in casa», prosegue il racconto dei fratelli, riferito dal legale. «Convivevano da 2 anni, ma si conoscevano da molto tempo. I due figli della donna, avuti da una precedente relazione, dopo che la sorella gemella nel 2014 aveva ucciso la madre, sono stati in pratica cresciuti da nostro fratello. Fausto era generoso, buono, si è fidato e non meritava questo tristissimo epilogo», conclude l’avvocato Franceschetti.

Il sindaco Ghergo

«L’episodio di sangue che si è verificato a Fabriano è una tragedia dolorosa per la nostra comunità cittadina. Fabriano è sconvolta. La vittima, un nostro concittadino, e la sua presunta omicida, non risultavano essere persone note per problemi pregressi o seguite dai servizi sociali cittadini. Le indagini in corso e al vaglio dell’autorità giudiziaria consentiranno di far luce su aspetti che al momento sono oggetto di segreto investigativo. Ora è il momento del silenzio e della vicinanza alla famiglia della persona uccisa», le parole del primo cittadino di Fabriano, Daniela Ghergo.