Jesi-Fabriano

Jesi, l’omaggio del Panathlon internazionale a Desiderio Dottori, socio da oltre 50 anni

Fra i fondatori del Panathlon di Jesi nel 1969, ha ricevuto il diploma di anzianità di iscrizione rilasciato dallo stesso presidente internazionale, Pierre Zappelli. A ritirarlo ha delegato la figlia Laura

La figlia Laura, al centro, riceve l'omaggio del Panathlon International per il padre, Desiderio Dottori

JESI – Oltre cinquanta anni di attività nel Panathlon: un traguardo che Desiderio Dottori, fra i soci fondatori della sezione jesina del Club nel 1969, si è visto riconosciuto con un onore speciale, il diploma di anzianità di iscrizione rilasciato dallo stesso presidente del Panathlon International, Pierre Zappelli.

La consegna nei giorni scorsi nella conviviale tenutasi al Ristorante Rosina di Cupramontana: per Desiderio Dottori ha ritirato gli omaggi la figlia Laura, delegata per l’occasione. A fare gli onori di casa, il presidente Andrea Marconi, che aveva accanto Gianni Bambozzi, ex Presidente del Distretto Italia del Panathlon. 

L’evento ha dato anche l’occasione per uno scambio di auguri “in presenza”. A Desiderio Dottori anche un “pin” dedicato, in argento con uno zaffiro blu, fatto realizzare appositamente per l’occasione, dal presidente internazionale del Panathlon Zappelli.

Desiderio Dottori e Sergio Macciò ritratti da Silico Batazzi

Dottori, appunto fra i soci fondatori del Panathlon di Jesi nel 1969, è un notissimo “escursionista e esploratore”. Questa la definizione che ne diede il grande caricaturista Silico Batazzi, che ritrasse insieme Dottori e Sergio Macciò, immagine poi pubblicata su un suo libro fra i personaggi più noti, non solo della città di Jesi. Macciò, inseparabile da Dottori, è stato anch’esso fra i fondatori del Panathlon. «Il buon Desiderio – fa sapere il Panathlon – è stato lietissimo del riconoscimento internazionale ma non è stato presente alla cerimonia, delegando la figlia Laura che ha preso parte con affetto e simpatia anche al ricordo di aneddoti che hanno sorvolato le cime immaginarie di quanti erano presenti».  

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