Jesi-Fabriano

Jesi, il nuovo ponte San Carlo costerà un milione in più

In occasione di un incontro nel quartiere di Minonna, il sindaco Massimo Bacci ha spiegato che l'investimento per la demolizione e ricostruzione del viadotto è incrementato. Ma resta prioritario

L'incontro a Minonna fra l'amministrazione Bacci e i residenti del quartiere

JESI – Costerà oltre un milione in più la demolizione e ricostruzione di ponte San Carlo. La rivisitazione del prezzario regionale costringerà l’amministrazione a rivedere l’investimento previsto, che ora supera i 7,5 milioni di euro. «Ma resta una priorità – rimarca il sindaco Massimo Bacci -. Se necessario, lasceremo indietro altri lavori per occuparci del ponte». Rassicurazioni fornite in occasione di un’assemblea pubblica organizzata ieri sera, 4 agosto, nel quartiere di Minonna, fortemente interessato alla riqualificazione del viadotto, la strada più agevole e rapida per raggiungere la città.

I residenti sono naturalmente preoccupati, soprattutto per le tempistiche. I lavori richiederanno infatti un anno e mezzo, salvo imprevisti, e la viabilità dovrà essere dirottata altrove. Esclusa la possibilità di installare una passerella provvisoria, gli abitanti della frazione saranno obbligati a utilizzare Piandelmedico o la ex superstrada. Si puntava ad avviare il cantiere ad inizio ottobre, ma a questo punto è chiaro che slitterà.

«Se la gara d’appalto per il nuovo ponte San Carlo non è ancora partita – ha precisato il sindaco Massimo Bacci, in risposta ad alcune considerazioni dell’opposizione -, non è responsabilità del Comune di Jesi. Siamo in attesa dello sblocco dell’ultimo milione e mezzo necessario e senza tutte le risorse a disposizione il bando non si può aprire». Rischiano di slittare, pertanto, le tempistiche, a meno di un’accelerazione improvvisa dell’iter burocratico. L’obiettivo resta quello di far partire i lavori in autunno, così da poter operare sul letto del fiume con maggiore facilità.

L’incontro a Minonna fra l’amministrazione Bacci e i residenti del quartiere

L’analisi effettuata sul ponte ha evidenziato infatti uno stato di conservazione piuttosto compromesso causato essenzialmente dalla prolungata esposizione agli agenti atmosferici della struttura portante ed alla mancanza di interventi di manutenzione, che hanno prodotto il diffondersi di estesi fenomeni di ossidazione nelle armature metalliche, che in alcuni casi, in particolare per quanto riguarda le staffe all’intradosso delle travi, ne hanno portato alla rottura. L’analisi sismica complessiva ha altresì evidenziato indicatori di sicurezza piuttosto bassi.

Il professionista incaricato, tenuto conto delle verifiche con i carichi da traffico e dello stato di degrado osservato, ha pertanto ritenuto necessaria e urgente una limitazione del traffico mentre, relativamente alla sicurezza nei confronti della vulnerabilità sismica, il medesimo professionista ha sottolineato l’esigenza di un intervento di miglioramento strutturale, suggerendo, stanti le difficoltà insite nell’esecuzione di un qualsiasi lavoro su strutture immerse nel terreno, nonché le problematiche e gli oneri connessi alla presenza di pile in alveo e le incertezze nella realizzazione di tali interventi, l’ipotesi di demolizione e ricostruzione del ponte.

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