Jesi-Fabriano

Nero, sottopagato e instabile: la fotografia del lavoro in Vallesina

Decine le vertenze che segue Giampiero Pelagalli della Cgil: «In Vallesina sono attivi circa 600 tirocini formativi. Nelle buste paga la metà delle ore»

barista bar

JESI – Lavoratori non in grado di ribellarsi, che non esercitano i loro diritti. Solo alcuni si rivolgono al sindacato che si trova a seguire decine di casi in Vallesina, terra per nulla serena da questo punto di vista. Giampiero Pelagalli dell’ufficio vertenze della Cgil di Jesi spiega: «La maggior parte delle vertenze di carattere contributivo e retributivo arrivano alla fine del rapporto di lavoro – spiega – e questo perché molti lavoratori sono costantemente sotto ricatto, non sono in grado di ribellarsi o perché non hanno a disposizione gli strumenti minimi necessari o perché rinunciano ad esercitare i loro diritti».

Che tipo di contratti vengono fatti e chi sono i lavoratori della Vallesina?
«Nel territorio, che va da Serra San Quirico a Chiaravalle, c’è stata una drastica diminuzione dell’indeterminato su tutti i settori a vantaggio dei tirocini formativi, della durata di sei mesi, che sono esplosi. Dovrebbe trattarsi di operazioni finanziate dalla collettività (soldi pubblici) volte a migliorare l’inserimento nel mondo del lavoro, e la norma prevede un tutor nominato dal Centro per l’Impiego: non sono contratti di lavoro subordinati quindi il lavoratore, per lo più ragazzi molto giovani, non ha alcun diritto, niente maternità o malattia, né ferie e contributi. In Vallesina ne sono attivi circa 600, impossibili da controllare e verificare vista la carenza di mezzi e risorse da parte dei Centri per l’Impiego: il risultato è che questi lavoratori si portano a casa 350 euro al mese e spesso si trovano a svolgere gli stessi orari e le stesse mansioni degli altri. L’ispettorato del lavoro segnala che questi giovani vanno a sostituire personale assente, o lo incrementano in periodi di produzione intensa, oppure vengono messi in catena di montaggio a svolgere mansioni che nulla hanno a che vedere con la formazione del tirocinio che dovrebbero svolgere. Solo alcune aziende rispettano la normativa».

Dopo questi sei mesi che succede?
«Succede alcuni di loro vengono assunti con contratti di apprendistato e la formazione spesso non viene fatta anche a seguito della deregolamentazione che questa strumentazione contrattuale ha subito; a volte tale tipologia contrattuale viene utilizzata esclusivamente per abbattere i costi. Oggi è possibile assumere con un contratto di apprendistato anche al di fuori dei limiti di età. Che apprendistato può fare un lavoratore che per 30 anni ha svolto quella mansione? Cosa deve imparare? Sono persone che pur di andare in pensione passano gli anni a queste condizioni».

Altra tipologia è il cosiddetto “contratto a chiamata”, in che misura viene utilizzato in Vallesina?
«Viene utilizzato prevalentemente dalla piccola, media e grande ristorazione e nel settore dei servizi: dal bar, alla pizzeria alla trattoria ma anche nell’artigianato e nella meccanica seppure in misura minore. Dopo l’eliminazione dei voucher c’è stato un vero e proprio boom: anche in questo caso, protagonisti sono soprattutto i giovani. Lavorano dalle 8 alle 12 ore al giorno, un pizzaiolo può lavorarne anche di più, e un’ora viene pagata dai 4 ai 6 euro».

Ma queste ore vengono tutte pagate?
«Le ore in busta paga vengono inserite in maniera strutturale di meno rispetto quelle effettuate, non ci sono maggiorazioni per festivi e domenicali ad esempio, e a voce con il datore di lavoro si contratta il cosiddetto “fuoribusta”. Il pagamento ovviamente avviene in contanti e viene pattuito un netto orario inferiore».

Una qualifica regolare cosa prevede?
«In media nel settore dei servizi sono previsti 9.63 euro l’ora più contributi. Contratti di questo tipo dovrebbero prevedere anche una “indennità di disponibilità”: se il lavoratore non viene chiamato tutti i giorni dal ristorante ma è disponibile per andare a lavorare, e quindi non accetta occupazione altrove, è previsto da un compenso, che però in larga parte non viene inserito nel contratto individuale».