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Castelplanio, taglio del nastro per il Museo dedicato a Carlo Urbani: l’uomo e l’eroe

Tantissime autorità hanno testimoniato con la loro presenza quanto il ricordo di Carlo sia ancora vivo

CASTELPLANIO – Un grande abbraccio quello del comune di Castelplanio al suo eroe: Carlo Urbani. A vent’anni dalla scomparsa del medico che per primo scoprì e isolò la Sars restandone vittima ma permettendo con le sue ricerche di salvare milioni di vite, oggi il paese natale ha aperto la sua “casa”. Non un museo dove piangerne la prematura scomparsa ma un luogo di cimeli e memorie dove continuare a far vivere il suo ricordo, il suo esempio, il suo lavoro.

Un museo allestito grazie alla sinergia tra la Regione Marche, il Comune e l’Aicu-Associazione Italiana Carlo Urbani e che ha trovato la sua collocazione presso le ex scuole elementari di via don Minzoni 1: lo stesso plesso dove la mamma, Maria Concetta Scaglione insegnò e dove proprio Carlo frequentò le elementari. Un fil rouge dunque che si riannoda, tra passato e futuro. Alla presenza delle massime autorità civili e militari, del prefetto Darco Pellos, del presidente della Regione Francesco Acquaroli, del presidente dell’assemblea legislativa delle Marche Dino Latini, del presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali, hanno impreziosito la giornata il Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Tedros Adhanom Ghebreyesus con cui Urbani collaborava e il consigliere dell’ambasciata della Repubblica socialista del Vietnam a Roma Nguyen Thai Hoc oltre al sottosegretario al Ministero della Salute Marcello Gemmato.

il sindaco di Castelplanio Fabio Badiali

Grande l’emozione del sindaco Fabio Badiali: «Il nostro obiettivo con questo museo è dialogare con le scuole e le nuove generazioni, far sì che i valori di Carlo rivolti ai più deboli, vengano recepiti e portati avanti. E’ stato difficile portare avanti il museo per via del Covid e dei costi che successivamente alla pandemia sono aumentati, ma grazie alla collaborazione della Regione e dell’Aicu ce l’abbiamo fatta».

A curare l’allestimento delle Sale museali, il grande lavoro di Roberto Gigli co-fondatore Aicu: «il museo è stato realizzato come una specie di viaggio che passa per una narrazione divisa in tre ambienti principali – spiega – nella prima sala la biografia del medico, nella seconda l’espressione del suo lavoro e delle sue passioni. Abbiamo raccolto delle testimonianze materiali (da strumenti medici ad attrezzature fotografiche messe a disposizione dalla famiglia), con molte foto reportage di luoghi, sguardi ed emozioni catturati proprio da Carlo. Tra i cimeli, la moto che utilizzava in Vietnam e Cambogia per raggiungere villaggi sperduti e per una campagna di prevenzione contro l’Aids. Nell’ultima sala il lascito scientifico e morale del medico, trasformato nel tempo in una miriade di iniziative e in elemento di stimolo, colto specialmente dalle giovani generazioni».

Sono esposti anche i lavori degli studenti. Una parte dell’itinerario si sviluppa attraverso proiezioni a monitor e parete; alcuni totem testimoniano i progetti sociali dell’Aicu nei Paesi dove Carlo operava. «Un’ultima sezione – conclude Gigli – è dedicata alle pubblicazioni sul medico e ai numerosi riconoscimenti tributati a Urbani, dalla medaglia della Presidenza della Repubblica italiana alle targhe che onorano la sua memoria in tredici Giardini dei Giusti del mondo». Oggi il Museo si è arricchito di un nuovo, importante tassello: una targa commemorativa che l’OMS ha dedicato a Carlo Urbani e che fino a ieri era appesa nella sede di Ginevra.

Roberto Gigli mostra la targa commemorativa donata dall’OMS

E’ stata donata dal Direttore Generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus al Museo. «Carlo non è solo l’eroe di Castelplanio e dell’Italia ma del mondo – ha detto il direttore generale OMS – terremo una copia di questa targa a Ginevra, ma è giusto che l’originale sia qui. Carlo ha agito nella migliore tradizione dell’OMS, secondo i suoi valori». Toccati da questa donazione il presidente Aicu Tommaso Urbani e la mamma, Giuliana Chiorrini. «Io e la mia famiglia siamo grati per l’attenzione rivolta a mio padre, anche dopo vent’anni dalla sua morte. Questo non sarà un mausoleo che celebri la persona ma un luogo di incontro attraverso cui veicolare i messaggi e le idee che furono di mio padre, animato da professionalità, passione e tantissima umanità. Questo era lui. Il museo sarà un punto di partenza…».

La signora Giuliana, emozionatissima e commossa ha guardato questa giornata con lo sguardo della speranza; da un lato si è celebrato l’uomo, il marito che per il mondo è un eroe amatissimo ancora a vent’anni dalla scomparsa. Dall’altro, il taglio del nastro arriva a pochi giorni dal secondo anniversario della morte di Maddalena, la figlia più piccola, deceduta il 27 marzo 2021. Tanti sentimenti contrastanti che legittimamente e umanamente si intrecciano. «Grazie a tutti – ha commentato Giuliana Chiorrini – ai politici dico soltanto pensate sempre ai più deboli».  

«Oggi la politica affida alle generazioni future l’eredità, l’esperienza scientifica e di umanità di un grande ricercatore pubblico italiano Carlo Urbani, aprendo qui nella sua città, Castelplanio, un museo realizzato dalla Regione e dal Comune per trasmettere questo esempio di come si sta al mondo e di come si fa ricerca», dice il sottosegretario alla Sanità Marcello Gemmato. Ha visitato le sale anche la mamma di Carlo, la signora Maria Concetta Scaglione 95 anni e una grandissima forza. Tantissimi i ricordi e gli attestati di stima che si sono succeduti nella mattinata, scanditi dal moderatore Vincenzo Varagona, durante l’incontro al teatro “Luciano Pittori” che ha anticipato il taglio del nastro e la visita alla sede del Museo cui hanno partecipato tutti i sindaci della Vallesina e della Provincia di Ancona, cittadini e studenti.

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