Jesi-Fabriano

“Ciao Meris”, il ricordo di amici e colleghi

L'azienda Procicchiani, dove la 53enne Marini lavorava, esprime le condoglianze alla famiglia della donna, i cui funerali si sono svolti qualche giorno fa. «Era cordiale, umile e sempre calma, ci mancherà tantissimo»

Meris Marini

JESI – «Meris era una ragazza professionalmente impeccabile. Ma soprattutto era una donna umile, cordiale e sempre calma. Trasmetteva serenità, anche nei normali momenti di tensione al lavoro». Così Enrico Procicchiani, titolare assieme al fratello della Procicchiani Group srl, ricorda Meris Marini, la donna, e mamma di due bambine, scomparsa a 53 anni a causa di una terribile malattia.

Meris Marini

La cerimonia funebre si è svolta due giorni fa nella chiesa di San Francesco d’Assisi, poi la tumulazione nel cimitero comunale di Belvedere Ostrense. La famiglia, composta dal marito Mauro e dalle figlie Veronica e Maria Letizia, ha disposto una raccolta fondi in favore della ricerca sulla sclerosi multipla e per Medici senza Frontiere. Originaria di Belvedere Ostrense, viveva e lavorava a Jesi come impiegata amministrativa alla Procicchiani da più di trent’anni.

Così la ricorda la collega e amica Emanuela, con lei fianco a fianco ogni giorno negli ultimi 14 anni: «Le persone che abbiamo accanto sono un dono – scrive Emanuela -. Ho conosciuto Meris grazie al lavoro, quattordici anni fa. Per dieci anni abbiamo lavorato insieme. Devo molto a questa donna che mi ha “allevata” con tanta pazienza. Riusciva a trasmettere con chiarezza e concretezza ogni aspetto del lavoro, non soltanto quello inerente alla mia mansione di impiegata, ma anche tutto ciò che riguardava le fasi lavorative nell’officina. Attendeva i  tempi di comprensione di tutti con umiltà e silenzio. In anticipo sopperiva eventuali distrazioni, disattenzioni e dimenticanze. Non tratteneva nulla per se di quello che conosceva ed apprendeva, e trasmetteva tutto perché potessi crescere  a beneficio dell’azienda, e per creare relazioni serene in un clima positivo. Mi ha testimoniato che anche nel mondo del lavoro  coltivare “l’esserci”  è importante e porta buoni frutti. L’aspetto che fin da subito la rese particolare ai miei occhi e per il quale nutrivo grande stima era legato a quella capacità di amare e di donarsi che l’aveva portata a scegliere di non rinunciare ad una seconda gravidanza, nonostante la sua salute fosse già provata ed il parere dei medici ufficialmente negativo. Meris amava la vita, amava donare la vita nella quotidianità. Non posso che ringraziarla per la sua testimonianza».

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