Jesi-Fabriano

Montecarotto, urla per il gonfalone assente: denunciato. Ex sindaco assolto in Appello

Assolto con formula piena l'ex sindaco Mirco Brega denunciato da tre agenti di polizia locale. La vicenda risale al 4 maggio 2014

Mirco Brega, sindaco di Montecarotto
Mirco Brega ex sindaco di Montecarotto, all’epoca presidente dell’Unione dei Comuni

MONTECAROTTO – Una vicenda controversa, che aveva gettato un forte imbarazzo nell’ex Unione dei Comuni della media Vallesina: l’ex sindaco di Montecarotto Mirco Brega, all’epoca presidente dell’Unione, denunciato per “oltraggio a pubblico ufficiale” da parte di tre ufficiali della polizia locale dei Comuni di Castelplanio e Maiolati Spontini, Castelbellino e Rosora.

I fatti risalgono alla giornata del 4 maggio 2014 durante la cerimonia per il 70esimo anniversario dell’eccidio di Monte Sant’Angelo. Al corteo mancava il gonfalone del Comune di Montecarotto. Circostanza che aveva fatto infuriare Brega, in qualità di sindaco e di presidente dell’Unione dei Comuni, che aveva rivolto dure parole agli agenti della polizia locale, incaricati tramite una delibera (del 2007) ad aver cura di garantire la presenza di un operatore della polizia locale per il trasporto del gonfalone. «Vergognatevi! Dovete vergognarvi! C’è una delibera!», le parole pronunciate di fronte a centinaia di persone e autorità che sono valse una denuncia all’ex sindaco, finito a processo.

I tre ufficiali lo denunciarono per “oltraggio a pubblico ufficiale”, capo d’imputazione modificato poi dal giudice di pace in “ingiurie”. Il processo di primo grado si era concluso con la condanna di Brega a 1 mese di reclusione (pena sospesa) oltre al risarcimento dei danni alle costituite parti civili, cioè i tre agenti. Ma la difesa costituita dagli avvocati Michele Frezzotti e Claudio Perini ha proposto l’Appello e la Corte ha riconosciuto la ricostruzione fatta dalla difesa: cioè che l’imputato Mirco Brega non intendeva offendere personalmente gli agenti dell’Unione dei Comuni, con quelle parole, bensì esprimere una legittima critica rispetto al disservizio che si era verificato. La Corte lo ha quindi assolto con formula piena.

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