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Monte Roberto: uomo colto da malore, l’automedica ritarda per la strada chiusa. La famiglia denuncia il Comune

Una emergenza sanitaria rischia di trasformarsi in tragedia per le condizioni delle strade comunali. La denuncia della famiglia

MONTE ROBERTO – «Mio padre poteva morire solo perché l’automedica, seguendo il navigatore, ha transitato su una strada chiusa da due anni per il menefreghismo dell’Amministrazione comunale». E’ successo ieri mattina 17 maggio alle 6,45 e se, per fortuna, l’epilogo di questa vicenda è positivo con il paziente che si è ripreso, restano comunque la rabbia e l’amarezza dei familiari che, nel denunciare pubblicamente quanto accaduto in una lettera aperta, annunciano che proseguiranno per vie legali contro l’Amministrazione comunale.

«Questa mattina (ieri, nda) ore 6,45 circa l’automedica, intervenuta per una chiamata al 118 per mio padre che ha avuto un malore, seguendo il navigatore ha perso tempo prezioso in quanto ha transitato lungo una strada resa inagibile dall’incuria dell’Amministrazione comunale del comune di Monte Roberto». Sono le prime battute del racconto dei familiari del paziente, colto da malore presso in via Calapina a Monte Roberto. L’uomo era privo di sensi, circostanza che ha spaventato moltissimo i suoi cari.

«L’ambulanza fortunatamente provenendo da Cupramontana non ha avuto problemi a raggiungere la nostra abitazione – raccontano ancora – mentre l’automedica che proveniva da Jesi, ha percorso, guidata dal navigatore, una strada chiusa da circa due anni per menefreghismo e incuria dell’Amministrazione comunale, via Sanguinetti, sempre ricadente nel territorio del Comune di Monte Roberto. L’automedica, una volta trovato il divieto di transito, è dovuta tornare indietro, prendere un’altra strada anch’essa interrotta da una frana provocata dalle piogge cadute nella notte e nei giorni scorsi ed è dovuta passare dal capoluogo per raggiungere l’abitazione perdendo minuti molto preziosi, dato che mio padre aveva perso conoscenza ed era in gravissime condizioni». La strada in questione collega via Calapina con la Strada Provinciale 9 che porta a Cupramontana.

«E’ stata aperta e percorribile anche da mezzi pesanti e da mezzi di soccorso per decenni fino a tre anni fa – continua la segnalazione – quando è venuta a mancare dalle Amministrazioni la manutenzione e si è ridotta ad un susseguirsi di fossati, pietre esposte, rami rotti che l’hanno poi portata alla chiusura con due cartelli di divieto di transito. Via Sanguinetti appunto è stata transitata più di una volta dalle ambulanze che provengono da Cupramontana e Jesi visto che è, secondo i navigatori, la via più diretta per raggiungere questa zona oramai degradata perché dicono, abitata da poche persone. Tutte le strade di campagna del suddetto comune sono ridotte decisamente male, il manto stradale depolverizzato, dove presente, pieno di buche, le strade bianche oramai quasi prive di manutenzione scoprono la terra sottostante e nei periodi piovosi sono quasi impraticabili, le cunette laterali per lo scorrimento delle acque meteoriche incustodite e spesso inesistenti per non parlare dell’erba che cresce sulle banchine che non viene più tagliata provocando il restringimento della carreggiata e costringendo le auto a delle manovre improvvise e pericolose per evitare incidenti. Il ritardo dell’automedica del 118 poteva essere fatale per la vita di mio padre – conclude – fortunatamente tutto si è risolto nel migliore dei modi perché il malore transitorio è passato prima dell’arrivo dell’automedica stessa, altrimenti adesso avrei scritto avendo mio padre deceduto o con la salute gravemente compromessa».

E se le condizioni di salute del paziente sono migliorate, cosa essenziale, la rabbia e l’indignazione della famiglia non si placano. «Seguirà una denuncia alle autorità competenti per segnalare il fatto che si è risolto ma che potrebbe in seguito avere conseguenze ben più gravi sulla vita di altri abitanti di questa zona molto periferica, ridotta al degrado negli ultimi anni, ma che fino a qualche anno fa era una delle zone più belle e servite del territorio comunale».

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