Jesi-Fabriano

Il cammino di Mattia Bastari, da Staffolo a Roma: «Avevo voglia di fare due passi»

Lo staffolano racconterà la sua esperienza alla Biblioteca Danti il 27 ottobre prossimo: «Sono partito da solo, zaino in spalla, praticamente dalla porta di casa mia a Staffolo»

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Mattia Bastari

STAFFOLO – Quando fai lo zaino e parti a piedi, porti sulle spalle un bagaglio reale e nell’anima qualcosa che ti guida. Mattia Bastari la scorsa estate è partito da Staffolo e dopo 18 giorni è arrivato a Roma.

mattia bastari staffoloStaffolano di 33 anni, Mattia racconterà la sua esperienza sabato 27 ottobre, ore 17.30, alla Biblioteca Corrado Danti di Staffolo che ha organizzato la serata in collaborazione con il Comitato Cultura ed il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura.

Ci racconti questo viaggio?
«Sono partito da solo, zaino in spalla, praticamente dalla porta di casa mia a Staffolo. L’intenzione era quella di dormire in tenda ma mi sono appoggiato anche in B&B e presso alcune strutture religiose. Ho attraversato le Marche, l’Umbria e il Lazio passando per Assisi e Spoleto, percorrendo un tratto dell’Appennino, costeggiando il fiume Nera fino alle Marmore e poi l’Agro Pontino fino a Roma».

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Mattia Bastari lungo il cammino che lo ha portato a Roma

Avevi già fatto esperienze del genere?
«Ho fatto il Cammino di Santiago fino a Capo Finisterre, la mia prima esperienza di questo tipo. È nata così la mia passione per le camminate».

Sei arrivato al Gianicolo, c’è un motivo particolare?
«Mi piaceva terminare il percorso in un luogo alto, dal Gianicolo c’è una visuale splendida, e poi ho un ricordo molto caro del Risorgimento. Solo dopo ho scoperto che il Monte San Vicino, punto di riferimento per uno staffolano, prende il nome dal dio Giano come appunto, il Gianicolo».

Quando si intraprendono percorsi come questo si incontrano e si parla con tante persone: c’è stata diffidenza nei tuoi confronti oppure no?
«Assolutamente no, anzi: la montagna è molto disponibile in questo senso, basti pensare al saluto con gli sconosciuti che si incontrano nei sentieri. Le persone che ho incontrato mi hanno visto come una persona nuova, un viaggiatore. Addirittura sono stato invitato a cena da persone sconosciute che mi hanno trattato come un amico».

La serata di Staffolo, ingresso libero, sarà l’occasione per il giovane di mostrare le fotografie scattate e raccontare il suo viaggio.

Hai in mente altri progetti?
«Sìi, sto valutando tra la via romea germanica oppure il cammino delle terre mutate che passa per i luoghi colpiti dal terremoto, da Fabriano fino a L’Aquila».

Partirai sempre da solo?
«Da solo o in compagnia, che deve essere quella giusta. Sono disponibile a partire con altre persone».

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