Jesi-Fabriano

I mastri presepai jesini riproducono la torre di Amatrice crollata a causa del terremoto

L'opera sarà esposta alla mostra dei presepi di Camerano per una raccolta fondi destinata alla costruzione di una scuola. L'inaugurazione del presepe di quest'anno, nella chiesa di San Savino, la vigilia di Natale, celebrerà anche il trentennale dell'associazione

Il mastro presepaio Sandro Camilletti mentre lavora alla composizione con la torre di Amatrice

JESI – La Confraternita dei Mastri Presepai Jesini è al lavoro per allestire le scene del presepe che verrà aperto al pubblico, come tutti gli anni, nella chiesa di San Savino, dalla vigilia di Natale sino all’Epifania.

Quest’anno sono due le novità. La prima riguarda la partecipazione ad un evento benefico per le zone terremotate.

«Abbiamo riprodotto la torre di Amatrice – spiega Sandro Camilletti, mastro presepaio – così come si presentava all’indomani della prima scossa di terremoto del 24 agosto 2016, prima che crollasse definitivamente con la seconda scossa del 30 ottobre».

La torre di Amatrice poi crollata con la scossa dell’ottobre 2016

«L’orologio è fermo alla prima scossa, le 3.36 della notte. Le costruzioni intorno sono di fantasia, in stile più “jesino”, quello che conta è il simbolo della torre. Il manufatto è destinato alla chiesa di San Francesco di Camerano dove si sta organizzando una mostra di presepi e il ricavato verrà destinato per contribuire alla realizzazione di una scuola proprio ad Amatrice. L’idea ci è piaciuta subito e abbiamo aderito».

Quella riprodotta dai mastri presepai jesini

La seconda novità riguarda il trentannale di fondazione, quest’anno, dell’associazione che verrà ricordato «allestendo alcune scenografie riguardanti i tre grandi presepi che abbiamo messo in mostra negli anni qui a San Savino, nel nostro stile di raccontare delle storie. Il primo, nel 2002, si intitolava “Con Giuseppe verso Gesù“, portato nel 2007 anche a Verona. Nel 2010Kayròs, il tempo della pace“, il presepe di San Francesco, nel quale raccontiamo l’incontro del santo con Federico II di Svevia che pare ci sia stato anche se non confortato da documenti ufficiali».

Scena del presepe a San Savino

«L’ultimo che abbiamo realizzato, illustrandolo, è il presepe secondo i primi due capitoli del Vangelo di Matteo, “Siamo venuti per adorarlo“. Non parla della Natività, infatti, ma della storia dei Magi e finisce con la “strage degli innocenti” ordinata da Erode. L’abilità è stata quella di riprodurla senza che si vedesse una sola goccia di sangue versato anche se risulta evidente il momento drammatico».

La Natività con i Magi

Quest’anno, perciò, potremo ammirare queste tre composizioni tutte insieme, accompagnate da un piccolo presepe classico, quello che si fa in casa, «al quale la gente è affezionata. Ma è ovvio che il nostro hobby consiste nel produrre i “pupi” di gesso, che sono alti 60 cm, e le varie scenografie».

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