Jesi-Fabriano

Mascherine, il vicesindaco di Jesi: «Meglio in luoghi chiusi e sui mezzi pubblici»

Il medico immunologo Luca Butini fa chiarezza sui dispositivi di protezione individuali, spiegando che il Comune – al momento – non le distribuirà gratuitamente

mascherine

JESI – Mascherine sì o no? È la domanda che in tanti si stanno ponendo. Inutili fino a qualche settimana fa, secondo gli esperti, ora pare siano diventate fondamentali, tanto che nell’attesa fase 2 potrebbero diventare obbligatorie per uscire.

«Più che ad un ricorso obbligatorio ed indiscriminato alla mascherina chirurgica, certificata o meno, da parte della popolazione generale, sarebbe pertanto preferibile raccomandarne l’uso corretto quando si frequentino luoghi affollati, specie se chiusi, e mezzi di trasporto pubblico – è il parere di Luca Butini, vicesindaco nonché medico immunologo all’ospedale di Torrette -. È inoltre fondamentale che l’uso di mascherina sia percepito non come sostitutivo ma piuttosto come complementare alle altre misure di prevenzione».

Butini, dopo aver indicato le tipologie di dispositivi di protezione, chiarisce: «La mascherina va maneggiata con le mani pulite, deve coprire bene bocca e naso, va cambiata se si inumidisce e comunque dopo 4 ore di utilizzo. Una volta indossata non va toccata se non sui lacci o sugli elastici. Quando la si toglie non se ne deve toccare la superficie esterna, potenzialmente contaminata, e ci si deve subito lavare le mani. Se si prevede di riutilizzarla la si deve conservare in un sacchetto. L’uso della mascherina è motivato dal fatto che chi ne sia portatore, sintomatico o meno, diffonde il coronavirus SARS-CoV-2 con starnuti, colpi di tosse, parlando o semplicemente respirando e chi gli sta vicino si può infettare se il virus entra dal naso, dalla bocca ma anche dagli occhi. La distanza di un metro è ritenuta al momento sufficiente a prevenire l’infezione perché fra le diverse goccioline che emettiamo parlando, respirando ecc, quelle che possono trasmettere il nuovo coronavirus sono le più pesanti, quelle che non percorrono più di un metro, un metro e mezzo, prima di cadere a terra. Altre particelle, più leggere, possono rimanere più facilmente in sospensione e raggiungere distanze maggiori. Si sta studiando se e quanto questa seconda via sia rilevante nel caso della trasmissione di questo virus».

Luca Butini

Svariati i commenti dei cittadini sui social network che ne invocano la consegna gratuita da parte del Comune. «Da parte di alcuni si chiede che siano le amministrazioni a distribuirle, alcuni Comuni marchigiani lo hanno fatto, prevalentemente con quantitativi “simbolici” – commenta il vicesindaco -. Le mascherine da utilizzarsi da parte della popolazione generale sono quelle “chirurgiche” (certificate per uso sanitario) o “simil-chirurgiche” (non certificate per uso sanitario, verosimilmente non del tutto sovrapponibili per efficacia ma comunque non prive di efficacia per un uso non sanitario quale quello che ci attende nei prossimi mesi). Per soddisfare la potenziale richiesta va considerato che le monouso vanno usate da una singola persona e sostituite almeno una volta al giorno. La Toscana, a seguito dell’ordinanza che ne impone l’utilizzo obbligatorio appena usciti di casa, ha previsto la distribuzione di 8 milioni e mezzo di mascherine attraverso i Comuni, confidando di completare la distribuzione in una settimana. La Regione Marche ad oggi non ha (su base sanitaria, a mio parere, saggiamente) disposto un uso obbligatorio delle mascherine, condizione che dovrebbe automaticamente comportarne la distribuzione gratuita in quantitativi adeguati. L’uso va quindi limitato alle condizioni di reale necessità. Prevedendone un utilizzo crescente via via che la circolazione dei cittadini aumenterà a seguito della progressiva riduzione delle restrizioni, e considerando che la disponibilità non è infinita, al momento attuale è fondamentale che le mascherine chirurgiche o simil-chirurgiche vengano utilizzate correttamente e solo quando realmente necessarie. Vediamo ogni giorno persone che indossano mascherina (e guanti!) alla guida della loro auto in cui sono soli. Questo è uno spreco di risorse».

Il Comune di Jesi, specifica comunque l’assessore alla cultura, «ha in programma interventi a favore di chi necessiti di mascherina ma ne sia in quel momento sprovvisto e pertanto limitato nelle proprie necessità. In questo modo riteniamo sia possibile intervenire a sostegno di chi sia realmente bisognoso – molti di noi non avranno problemi ad acquistare la mascherina per le necessità attuali – evitando sprechi di risorse».

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