Jesi-Fabriano

Jesi, chiusura stabilimento Liomatic: incontro in Regione il 2 febbraio

Chiude in città l’azienda che vende snack e bevande con distributori automatici. «Vogliamo facilitare il confronto e provare a capire la problematica». La proprietà: «Parte dei dipendenti redistribuita fra Macerata, Pesaro, Perugia, Arezzo»

Stefano Aguzzi, assessore regionale

JESI – Della vicenda Liomatic, l’azienda che vende snack e bevande con distributori automatici e che ha comunicato la volontà di chiudere lo stabilimento di Jesi, si parlerà mercoledì 2 febbraio in Regione. A renderlo noto, l’assessore regionale al lavoro, Stefano Aguzzi.

«Vogliamo così facilitare il confronto tra le parti e provare a capire quale sia la problematica e in quale modo possa svilupparsi, quali siano eventualmente le soluzioni migliori – fa sapere Aguzzi- la situazione di disagio che potrebbe delinearsi per i lavoratori dell’azienda Liomatic di Jesi ci è stata annunciata dal sindacato tramite una lettera arrivata il 28 gennaio scorso. La Regione Marche, tramite il mio assessorato e gli uffici, si è immediatamente mobilitata inviando, lo stesso giorno, la convocazione di un incontro con l’azienda e i rappresentanti sindacali». Prosegue l’assessore: «Da quello che abbiamo potuto appurare in via preliminare, fonti aziendali sostengono che è prevista una chiusura del sito di Jesi, ma non un abbandono del territorio marchigiano: per quel che riguarda l’attività produttiva, è probabile che si delinei la destinazione dei dipendenti in altri stabilimenti dell’azienda. Questo è quanto ho appreso informalmente e attendo l’incontro proprio per comprendere effettivamente in quale modo poter sostenere al meglio la permanenza nella nostra regione di questa azienda e l’occupazione per tutti i lavoratori».

L’a.d. dell’azienda, Ilaria Caporali, a seguito dell’allarme lanciato dai sindacati aveva fatto sapere: «Nessun licenziamento, né individuale né collettivo. L’azienda ha ritenuto di avviare un processo di riorganizzazione nelle Marche». In particolare, dei dipendenti di Jesi, 11 dovrebbero essere trasferiti fra le filiali di Macerata e Pesaro, ad altri sono stati prospettati spostamenti a Perugia (2) e Arezzo (3). Per i 24 della «forza lavoro esterna, manterranno invariata l’attività lavorativa, continuando a operare sullo stesso territorio».

Per i sindacati: «Ai lavoratori è stato detto, con appena un mese di preavviso, che l’azienda chiuderà i battenti dal 1 marzo. Il tutto prospettando due alternative e cioè o accettare trasferimenti molto lontani dalle proprie residenze o rinunciare al posto di lavoro».

«Alla società abbiamo chiesto di ritirare la procedura di chiusura – ha detto Carlo Cotichelli, segretario provinciale Filcams Cgil Ancona – per discutere della questione con tempi più ampi».

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