Jesi-Fabriano

«Le zanzare all’ospedale? Un problema che stiamo cercando di risolvere»

Incontro ieri, 27 settembre, all'ospedale "Carlo Urbani" di Jesi, tra i consiglieri regionali Giancarli e Pergolesi con i vertici dell'Asur. Pronto un piano anti insetti anche se «si sta già intervenendo». Sopralluogo alle fondamenta con le vasche di ristagno

Il sopralluogo all'ospedale, Enzo Giancarli, Romina Pergolesi, Claudia Lancioni, Virginia Fedele, Maurizio Bevilacqua

JESI – L’incontro – sopralluogo sul problema “zanzare all’ospedale Carlo Urbani” era stato chiesto pochi giorni fa con i vertici Asur e si è svolto a stretto giro di posta, ieri 27 settembre, con la presenza dei consiglieri regionali – componenti la Commissione sanità – Enzo Giancarli (Pd) e Romina Pergolesi (MoVimento 5 Stelle), e anche della consigliera comunale – Cinquestelle anche lei – Claudia Lancioni.

L’incontro all’ospedale Carlo Urbani

Ad accoglierli, nella struttura ospedaliera, il direttore dell’Area Vasta, Maurizio Bevilacqua, Virginia Fedele, direttrice sanitaria dell’ospedale, Claudio Tittarelli, dirigente responsabile dell’Ufficio tecnico.

Sul tavolo la periodica questione di questi insetti che pungono non solo pazienti e personale, ma anche l’immagine del “Carlo Urbani” dotato di tecnologie e impiantistica all’avanguardia.

L’ingegner Claudio Tittarelli mentre mostra le planimetrie

«Mi sento di poter dire – ha affermato alla fine Giancarli – che rispetto all’incontro in commissione, prima dell’estate, nel quale è stato comunque fatto un buon lavoro, la struttura tecnica e la direzione di Area Vasta hanno portato avanti un programma interessante perché sono state indicate soluzioni. Rimangono ancora verifiche da fare, anche se questioni delicate sono state in larga parte risolte, ma credo che se si proceda così, nel giro di non molto tempo, la bonifica assumerà finalmente il carattere di un intervento radicale. Per quanto mi riguarda sono soddisfatto».

Lo spazio dove dovrebbe essere installata la nuova pompa

Non è pensabile che si continui così, in sostanza, visti i circa 70 milioni spesi dalla Regione «e se c’è necessità di metterci altre risorse – è stato specificato dal consigliere – non ci si può tirare indietro, a questo punto».

Puntuale anche la richiesta di informazioni da parte di Romina Pergolesi che ha subito messo in chiaro di voler «verificare le fondamenta dell’ospedale con i ristagni d’acqua per capire se valga la pena investire ulteriori soldi».

Romina Pergolesi mentre scende per un sopralluogo alle fondamenta

La consigliera ha chiesto delucidazioni e se n’è andata anche a visitare, insieme al collega, proprio le “parti” basse e oscure della struttura, scendendo per una piccola scala di metallo senza tanti problemi.

«Ci siamo fatti strada con la luce del telefonino in mezzo a fondamenta con vasche di 6 metri per un’altezza di 1,80 metri – dice Romina Pergolesi – sotto le quali passano le tubazioni. Il ristagno dell’acqua che filtra ora non è rilevante perché la manutenzione ordinaria, ogni 10 giorni, è stata intensificata e le condutture sigillate. Il progetto di un sistema di pompaggio automatico presenta al momento il problema del rumore. Ma non ci sono stati forniti i costi relativi anche alla manutenzione».

Seguita da Enzo Giancarli

In sostanza, comunque, è emerso che la presenza delle zanzare può essere fronteggiata ma non eliminata del tutto visto che «siamo immersi nella campagna e il fenomeno esiste dove c’è del verde – ha sottolineato Virginia Fedele -, basti pensare a quello che è successo pochi mesi fa in alcune palazzine qui vicino, invase da zanzare e pappataci. Certo dobbiamo controllare il fenomeno il più possibile, come si sta facendo con le disinfestazioni. Questi insetti, comunque, non vengono più dai sotterranei ma dall’esterno».

E dall’esterno arrivano soprattutto quando si aprono le finestre, cosa che non si dovrebbe fare – esclusa perciò anche l’applicazione di zanzariere – in quanto la struttura ospedaliera ha il suo impianto di aerazione e refrigerazione. Anche se è capitato che non funzionasse. E allora…

Sotto l’ospedale

Per evitare i ristagni d’acqua nelle vasche sotterranee di raccolta, dove le zanzare si riproducevano salendo poi attraverso i tubi – come ha spiegato Claudio Tittarelli – ci sono continui controlli, che riguardano anche i tombini, e «abbiamo individuato alcune soluzioni. Una pompa centrale con i collettori che pescano e svuotano automaticamente appena si verifica il problema. Rimane da risolvere la questione del rumore, non è semplice ma ci stiamo applicando».

Il fenomeno si era presentato per la prima volta nell’area del primo lotto, quella centrale, pochi mesi dopo il trasferimento da viale della Vittoria, vale a dire nel febbraio 2015 al pronto soccorso.

«Quest’anno – ha sottolineato Virginia Fedele – sono stati interessati solo alcuni reparti, come reumatologia, cardiologia e ortopedia. Ho chiesto anche l’intervento, per un sopralluogo, di Elisa Angelini, entomologa, dell’istituto zooprofilattico dipartimento Umbria – Marche, che non ha rilevato la presenza di anofele ma delle comuni culicidae».

Inevitabile soffermarsi anche su altre questioni, come i posti letto che sono 270 su 284, il pronto soccorso che attualmente vede operativi 11 medici sui 13 previsti e che «è destinato ad ampliarsi» ha detto Bevilacqua perché, in generale, «la sanità è un continuo evolversi di bisogni e necessità che sono immediati ma la realizzazione può portare disagi. Il nostro impegno è costante e le sfide vanno affrontate e risolte».

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