Jesi-Fabriano

Le donne nella Resistenza italiana, affollato incontro alla Biblioteca di Moie

Grande partecipazione all'incontro “Donne e Resistenza: ieri ed oggi”, promosso dall'Anpi provinciale di Ancona e dalla sezione Anpi di Moie Media Vallesina, con quattro relatrici d'eccezione

Moie donne e resistenza
Gli spazi del Binario 9 e ¾ della biblioteca La Fornace ospitano l'incontro “Donne e resistenza: ieri e oggi”

MOIE – Il ruolo delle donne nella Resistenza italiana e quello delle donne oggi. “Donne e Resistenza: ieri ed oggi” è il titolo dell’incontro che si è svolto alla Biblioteca La Fornace di Moie.

Promosso dall’Anpi provinciale di Ancona e dalla sezione Anpi di Moie Media Vallesina, col patrocinio del Comune di Maiolati Spontini, in collaborazione con l’Unione Donne Italiane e La Casa delle donne di Iesi, l’appuntamento si è svolto al Binario 9 e ¾ della biblioteca. Con l’occasione è stata presentata la ricerca dal titolo “Noi, compagne di combattimento…! I gruppi di Difesa della Donna, 1943-1945”: un importante progetto di ricerca, voluto dall’Anpi, che va a colmare il vuoto storiografico su di una esperienza fondamentale per la Resistenza Italiana, nata nel 43 e che riunì circa 70mila donne.

Moie donne e resistenza
Sul tavolo dei relatori
Daniele Fancello, Patrizia Renzi, Alessia Masini, Monica Minnozzi, Francesca Bartolacci e Lucia Paolinelli

Presenti il presidente provinciale dell’Anpi Ancona Daniele Fancello e quello della sezione Media Vallesina Patrizia Renzi che hanno introdotto i lavori dell’autrice della ricerca per le Marche, Alessia Masini e la responsabile nazionale del Coordinamento Donne Anpi Monica Minnozzi. Di attualità l’intervento della presidente dell’Udi di Jesi, Francesca Bartolacci, e di Lucia Paolinelli, operatrice dello sportello antiviolenza della Casa delle Donne di Jesi.

«Quello della Resistenza al femminile – spiegano le curatrici della ricerca – è un argomento sottaciuto e sottovalutato per decenni. Le donne hanno fatto la Resistenza a pieno titolo, hanno partecipato con ruoli attivi, militari, politici, logistici, contribuendo al riscatto morale e civile di tutta la società. Nei GDD, che si diffusero in tutta l’Italia occupata dai tedeschi e dai fascisti, le donne non solo offrirono sostegno agli uomini impegnati nella lotta armata, ma si impegnarono in attività di informazione, contropropaganda, collegamento, trasporto di ordini, stampa clandestina, armi e munizioni, sabotaggio e partecipazione diretta alla lotta armata. I Gruppi di Difesa della Donna sono la prima dichiarazione di cittadinanza, l’atto con il quale le donne rendono pubblica la loro volontà di esserci, di voler fare il loro pieno ingresso nella società. Il riconoscimento della parità nell’articolo 3 della nostra Costituzione è stato solo un punto di partenza per le donne italiane. Quindi per le donne oggi fare Resistenza vuol dire impegnarsi attivamente per la piena attuazione dei principi della Costituzione, pretendendo diritti e non favori, adoperarsi per la salvaguardia della libertà conquistata col sacrificio della vita di tante partigiane, ricordando che le conquiste acquisite non sono per sempre. La forza e la determinazione di quelle donne ci lasciano la grande responsabilità di mantenere al centro della discussione culturale e politica il ruolo della donna
nella società».

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